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Parrocchia Santa Maria Immacolata Origgio
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Anno Pastorale 2003 - 2004 Incontro del 3 febbraio 2004
Dal vangelo secondo Luca – capitolo 19
i due ricercatori
1. Entrato in Gerico, attraversava la città.
2. Ed ecco, un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
3. cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della
folla, poiché era piccolo di statura.
4. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché
doveva passare di là.
il loro incontro salutare
5. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:
“Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
6. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
7. Vedendo ciò tutti mormoravano. “É andato ad alloggiare
da un peccatore!”.
8. Ma Zaccheo, alzandosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà
dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte
tanto”.
9. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa
casa, perché anch’egli è figlio di Abramo;
10. il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare
ciò che era perduto”.
Parola del Signore.
Osservazione
Siamo sempre in viaggio verso Gerusalemme, dove si concluderà, secondo
le Scritture, la vicenda umana di Gesù, come annunciato dal Signore nel
cap. 18.
Il tema è quello di un corretto rapporto con le realtà create.
Il caso concreto è quello di Zaccheo, che affronta e supera, con Dio,
anche le più ardue difficoltà della natura umana.
Il testo è ricco di particolari.
• Gerico è alle porte di Gerusalemme.
• Zaccheo è ricco e capo dei pubblicani, cioè di coloro
che riscuotevano le tasse per conto dei Romani.
• Zaccheo cercava di vedere Gesù, fino ad arrivare a salire su
di un sicomoro.
• Decisivi sono lo sguardo e la chiamata per nome di Gesù, con
le parole
- scendi subito
- oggi
- devo
- fermarmi a casa tua.
• Osserva poi il comportamento di Zaccheo:
- scese in fretta
- lo accolse pieno di gioia
- alzatosi
- “Signore”
- do la metà dei miei beni ai poveri e restituisco quattro volte tanto.
• Considera le due conclusioni
- oggi
- la salvezza è entrata in questa casa
- anch’egli è figlio di Abramo
- il Figlio dell’uomo è venuto
- per cercare e salvare ciò che era perduto.
A contrasto di tutto questo c’è il mormorare di tutti per tutto
quanto sta succedendo.
Interpretazione
Sottolineiamo alcuni temi del brano:
1. La RICERCAdi Zaccheo e di Gesù, con l’incontro tra i due che
porta alla felice conclusione.
2. La CITTA’ e la CASA, habitat socio-culturale nel quale vive l’uomo.
3. L’avverbio OGGI, carico di contemporaneità ed universalità.
4. IN FRETTA, SUBITO, termini che rivelano urgenza, il non poter rimandare.
5. La GIOIA PIENA di Zaccheo, in contrasto con la MORMORAZIONE di tutti.
6. La SALVEZZA, che entra in ciò che è perduto, portando pienezza
di senso dove c’era vuoto e fallimento.
7. Il FIGLIO DI ABRAMO, e il FIGLIO DELL’UOMO, che hanno due ruoli diversi,
ma che, incontrandosi, porteranno a compimento il grande progetto del Padre,
che, attraverso il Figlio dell’uomo, mi vuole vero figlio suo e componente
del vero Israele.
Applicazione
Io posso affermare che cerco di vedere Gesù dove so che si trova, anche
se occorresse qualche gesto inconsueto? Conosco le strade di Gesù, i
suoi percorsi? Sono convinto che Gesù è dovunque, ma soprattutto
dove c’è un uomo che soffre?
Attraverso la città dell’uomo in cerca di chi ha bisogno di Gesù?
Cerco di favorire l’incontro di Gesù da parte di ogni persona?
Critico, magari mormorando, chi si impegna per cercare ciò che è
perduto, come fa Gesù?
Sono lento, indeciso, penso troppo, rimando a domani ogni decisione? Oppure
prendo sul serio Gesù, che mi incontra sul mio cammino? Sono pronto ad
ubbidire a Gesù, scendendo dal mio piedistallo di sciocca presunzione?
Come mi atteggio sul tema specifico e bruciante del dare e del restituire? Penso
che il problema riguardi soltanto i grandi possidenti o credo che tocca anche
me? Su questo tema coinvolgo, la mia “casa”, cioè il mio
modo di pensare, le mie abitudini, i miei cari, il mio mondo?
Comprendo che l’essere figlio comporta il diventare fratello di quanti
accettano, come me, di essere dell’unico Padre? Comprendo che questo meraviglioso
disegno della grande famiglia del Padre comporta il capovolgimento della mentalità
solita e che per essere figlio non è sufficiente un esclusivo rapporto
intimo tra me e Dio?
Capisco che la salvezza è realtà che prevede liberazione dai miei
peccati, ma anche una vita nuova, rapporti diversi con gli altri, basati sulla
condivisione e sull’apertura a tutti? La salvezza passa sulla croce, dove
Gesù si mostra corpo spezzato e sangue versato; sarei capace di arrivare
a donare tutto me stesso a Dio, in un dono di completa disponibilità
per l’uomo, così da divenire, oltre che salvato, anche “salvatore”?
Rifletto che ogni istante può e deve diventare “oggi” della
salvezza per me? Sono pronto a dire a tutti che la salvezza è per ogni
persona, che per tutti questo “oggi” della salvezza è una
realtà concreta?