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Anno Pastorale 2003 - 2004 Incontro del 4 novembre 2003
Dal vangelo secondo Luca – capitolo 16
la situazione proposta dalla parabola
19 C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni
banchettava lautamente.
20 Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,
21 bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i
cani venivano a leccare le sue piaghe.
il capovolgimento della situazione
22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto.
23 Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di
lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
24 Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro
a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché
questa fiamma mi tortura.
25 Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante
la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e
tu sei in mezzo ai tormenti.
26 Per di più tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro
che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si
può attraversare fino a noi.
gli ‘ammonimenti’ si trovano già nella Parola
27 E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio
padre
28 perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano
anch’essi in questo luogo di tormento.
29 Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti: ascoltino loro.
30 E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dei morti andrà da loro, si
ravvedranno.
31 Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno
risuscitasse dai morti saranno persuasi.
Parola del Signore.
Osservazione
Gesù si sta dirigendo a Gerusalemme e parla ancora una volta –
e non sarà l’ultima – del rapporto con i miserabili e con
i beni della terra.
Si legge qui anche il tema della fedeltà alla Parola, che già
nell’Antico Testamento promuoveva la libertà dai soldi e l’attenzione
verso gli ultimi.
Si tratta di una parabola, per cui dobbiamo trovare il significato principale.
Bisogna fare riferimento al significato biblico del termine “ricco”,
cioè un uomo che presume di possedere quanto ha e quanto è. La
descrizione delle vesti e del cibo sono interessanti, soprattutto se paragonata
a quanto detto da Gesù in Lc 12, 22-28 (i corvi mangiano anche se non
si affannano e i gigli sono più eleganti di Salomone). Diametralmente
opposta è la descrizione di Lazzaro.
La situazione è poi ribaltata, con il miserabile consolato da Dio.
Chi si apre al fallimento totale, che sfocia nell’inferno, si pone in
una situazione di incomunicabilità.
Mosè e i Profeti indicano tutta la Bibbia ebraica o Antico Testamento.
Ravvedersi significa lasciarsi convertire ed è legato, da Gesù,
alla Parola.
Interpretazione
Il significato centrale è evidente: la conversione è possibile
solo se si accoglie la Parola, qui rappresentata da Mosè e i Profeti.
Questa Parola in particolare riguarda l’attaccamento al denaro e il rapporto
sbagliato con le ricchezze terrene, che non permette di vivere liberamente il
rapporto con i miserabili, ai quali dobbiamo essere prossimi.
La situazione infernale è un altro messaggio, con tutto quanto riguarda
il tormento anche fisico e soprattutto l’impossibilità di comunicare.
La consolazione di Dio è il cambiamento in positivo della situazione
per chi confida e si affida a Dio, invece che contare sui propri averi.
Applicazione
So affidarmi a Dio per la realizzazione della mia vita? Accetto fino in fondo
di non essere in grado di potermi realizzare senza di Lui? Se fossi arrivato
a questo livello sarei molto avanti nella vita cristiana. Questo affidarmi,
in concreto, significa accogliere nella mia vita Gesù, con la sua morte
e la sua risurrezione, quel Gesù nel quale il Padre mi ha voluto e mi
vuole salvare. L’ho capito? Più in concreto, accogliere questo
Gesù significa accettare di vivere come Lui la realtà della mia
vita, la quale deve mettersi in relazione con Dio, con gli altri, con me stesso
e con ogni realtà secondo la logica e il metodo del “morire”
aperto alla “risurrezione”. Sono convinto di questo?
Il grande torto del ricco mangione è stato proprio quello di non affidarsi
a Dio, pensando che gli bastassero i beni che presumeva di possedere, e di ascoltare
ed accogliere la Parola di Dio. Queste pagine che riguardano la mia relazione
con i beni della terra, le leggo e le accantono, pensando che riguardino i plurimilionarii,
o le prendo sul serio? Mi sottopongo a Dio sinceramente per amministrare i numerosi
beni e le numerose doti che mi ha dato?
Emergono dalla Parola realtà come quelle della situazione paradisiaca
e della situazione infernale, che non posso fingere di non vedere. Il paradiso,
il regno di Gesù e del Padre è già parzialmente presente
sulla terra. Cerco di sperimentarlo entrando nella logica della Parola? L’inferno.
il non regno di Satana, è già parzialmente presente sulla terra
per chi vive chiuso nel proprio peccato senza volersi lasciare salvare da Dio.
Se, malauguratamente, ho avuto l’occasione di sperimentarlo, ne facci
tesoro per poterlo evitare a qualunque costo?
Uno degli inferni presenti tra noi è il chiudersi, il non voler comunicare,
il voler contattare l’altro giusto quanto basta per campare, senza mai
entrare in comunione. Sono anch’io uno che sta sperimentando che cosa
vuol dire non comunicare, non voler accettare di aver bisogno di Dio e di tutto
quanto Dio ci dà? So che questo inferno è superabile o voglio
che diventi definitivo?
Ogni giorno dovrei farmi prossimo con chi si trova in difficoltà.
Non mi espongo a questa “prossimità” perché ho paura
che mi venga chiesto troppo? Ho delle zone della mia vita da “salvare”,
che non voglio mettere in discussione e a disposizione di nessuno? Mi rendo
conto, per concludere, che potrei sempre anch’io essere un povero Lazzaro,
ma che purtroppo sono fortemente tentato di essere il povero “ricco”?