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Anno Pastorale 2003 - 2004 Incontro del 1 ottobre 2003
Dal vangelo secondo Luca – capitolo 15
le spaccature introdotte dal figlio più giovane
11. Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.
12. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio
che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
13. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose,
partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze
vivendo da dissoluto.
14. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno.
15. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella
regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
16. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno
gliene dava.
la presa di coscienza e l'inizio del pentimento
17. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa
di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
18. Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre,
ho peccato contro il Cielo e contro di te;
19. non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi garzoni.
20. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora
lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò
al collo e lo baciò.
21. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
la prodigalità sorprendente del Padre
22. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più
bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.
23. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché
questo mio figlio era morto ed é tornato in vita, era perduto ed é
stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
il comportamento ostile del maggiore
24. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando f u vicino
a casa, udì la musica e le danze;
25. chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
26. Il servo gli rispose: É tornato tuo fratello e il padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
27. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì
a pregarlo.
28. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai
trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa
con i miei amici.
29. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute
é tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
30. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò
che é mio é tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché
questo tuo fratello era morto ed é tornato in vita, era perduto ed
é stato ritrovato.
Parola del Signore.
Osservazione e interpretazione
Siamo nel capitolo quindicesimo del Vangelo di Luca, all’inizio del quale
Gesù veniva criticato perché amico dei pubblicani e dei peccatori.
In risposta a queste critiche Gesù ci regala le parabole della misericordia.
Le prime due parlano della pecora smarrita e della dramma perduta, sottolineando
la ricerca di Dio e la sua gioia per il ritrovamento. Quella di stasera è
la parabola del Padre misericordioso, che oltre a quelli del Padre, sottolinea
anche i sentimenti dei due figli nei confronti del Padre e tra loro. Gesù
vuole sottolineare con queste tre parabole come uno dei punti qualificanti,
se non il più importante, della costruzione del Regno sia prendersi carico
dei deboli; e tra loro i più deboli, o miseri, sono proprio i peccatori.
Il personaggio più importante della parabola è il Padre, che viene
nominato ben 11 volte! Molto evidenziata è anche la festa per il figlio
che è tornato, descritta in tutti i particolari, elemento che ci rivela
quanto sia grande la gioia del Padre.
La descrizione della scelta peccaminosa del figlio minore e delle sue terribili
conseguenze è stringata, ma molto significativa. Con il medesimo stile
viene descritta anche la scelta del figlio maggiore di non partecipare alla
festa per il ritorno. Sono due modi diversi di peccare.
Il punto di partenza per capire il messaggio della parabola è l’assurdità
della condotta del figlio maggiore, il quale non condivide né il desiderio
intenso del Padre a riguardo del ritorno del figlio minore, né la gioia
per il ritorno avvenuto. Il figlio maggiore non vuole partecipare alla festa
perché non è entrato nella logica dell’amore misericordioso
del Padre.
Il messaggio più importante della parabola è proprio il comportamento
unico del Padre, che travolge ogni logica di calcolo umano e ci introduce in
una logica diversa e affascinante. Di fronte alla misericordia grande del Padre
dobbiamo confrontarci, anche se ci riteniamo “giusti” come il fratello
maggiore.
Altri messaggi, comunque minori, riguardano il figlio minore e ci parlano
Domande per la vita
Mi soffermo a pensare a me come a un povero peccatore, che viene ricercato dal
Padre e ricoperto di attenzioni misericordiose dal Padre? Mi lascio salvare
dall’amore intenso di Dio? Cerco di scoprire le cause delle mie decisioni
peccaminose? Sono convinto che la misericordia di Dio vuole aiutarmi a curare
le piaghe provocate dai miei peccati?
Sono un pigro, uno che non si vuole impegnare? Sono ricco, cioè, presumo
di essere padrone e di poter disporre di tutto e tutti a mio piacimento? Mi
sento libero di non prendermi le mie responsabilità e di ritagliarmi
i miei spazi di autosufficienza godereccia? Sono convinto che la misericordia
di Dio non mi toglie semplicemente il peso dei miei peccati, ma lavora su di
me per rimuovere le cause che mi hanno portato a peccare? Quanto sono disposto
a lasciarmi plasmare il cuore dal Padre?
Quanto c’è in me dell’atteggiamento del fratello meschino,
presuntuoso ed arrogante del fratello maggiore? Sono convinto che non posso
dire al Padre: Io ti ubbidisco, quindi tu devi darmi la felicità? Aderisco
a Dio e al suo amore gratuito o ai suoi doni per me? Sono, come il Padre, attento
ai deboli?
Sono fedele al Padre sia nella gioia come nel dolore? Sono misericordioso con
gli altri?