MARZO 2003

DON PIERANGELO - LA QUARESIMA

L'EUROPA E LA RELIGIONE

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER IL IV INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A MANILA

DISCORSO D'INIZIO ANNO DEL PONTEFICE AL CORPO DIPLOMATICO

PACEM IN TERRIS: UN IMPEGNO PERMANENTE

MINISTERO DELLA CARITA': INZIATIVE 2003

 

Cari fratelli e care sorelle
ancora una volta la Provvidenza ci offre un tempo prezioso come la Quaresima perché possiamo fare una sosta di riflessione, di meditazione della Parola di Dio, di preghiera personale con Dio che riconosciamo Padre e sorgente di vita.
Proprio questa certezza che riposa nel nostro cuore obbliga ciascuno di noi in quanto cristiano a promuovere una cultura di pace, di fraternità, di riconciliazione e di valorizzazione di ogni persona umana e di ogni popolo della terra.
Davanti a Dio Padre di tutti gli uomini e davanti a Gesù che ha dato la vita a ogni persona umana non possiamo considerare il mondo, i popoli, le persone divisi in caste, accettando alcuni come molto importanti, altri meno importanti e altri ancora insignificanti.
Purtroppo quanti sono gli insignificanti a questo mondo?
Milioni e milioni di uomini sono considerati e trattati indegnamente come delle nullità mentre paradossalmente milioni e milioni di animali sono "amati" schifosamente come essere più importanti dei poveri che non hanno voce, non hanno diritti, non hanno dignità.
Ogni uomo, ogni popolo ha una dignità che viene esclusivamente da Dio e l'uomo specialmente se cristiano deve solo riconoscerla.
La dignità che vuol dire valore, bene prezioso per sé e per tutti è legata alla vita e la vita è dono di Dio.
Questo è sufficiente per spingere ciascuno di noi a costruire una cultura evangelica di pace di amore e di rispetto di ogni vita umana.
Venendo al dramma della guerra, che è sintomo di prepotenza, intolleranza e aggressività, in via di principio e di fatto siamo chiamati a condannare ogni guerra perché la guerra crea sempre maggiore divisione e conflittualità, odio, persecuzione, distruzione, e morte.
Salvo in via eccezionale, la guerra può essere un rimedio estremo e dovuto come legittima difesa quando si è attaccati.
Diversamente mai la guerra.
Non confondiamo però la cultura di pace che Gesù e i martiri hanno testimoniato per il bene dell'uomo con i movimenti pacifisti che spesso non vogliono la guerra solo per motivazioni ideologiche o politiche.

Per noi cristiani la pace è una persona, Gesù ed è un comandamento: "amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amati"

Ciascuno di noi lavori per la pace cominciando a vivere nel proprio ambiente (casa, famiglia, lavoro) momenti e gesti di perdono, di riconciliazione, di accoglienza, di tolleranza...

Che la pace regni nei nostri cuori!
Che la pace dimori nel cuore di ogni uomo!

Buona Quaresima. don Pierangelo


Costruire l’Europa di tutti senza negare il fatto religioso
Ricordando tale patrimonio, la Santa Sede e l’insieme delle chiese cristiane hanno insistito presso i redattori del futuro Trattato costituzionale dell’Unione Europea affinché in esso figuri un riferimento alla Chiese e alle istituzioni religiose... siano riconosciuti tre elementi complementari: la libertà religiosa... l’opportunità di un dialogo e di una consultazione strutturati tra i Governi e le comunità dei credenti; il rispetto dello statuto giuridico ci cui le Chiese e le istituzioni religiose già godono negli Stati membri.

Il IV Incontro Mondiale delle Famiglie a Manila - Messaggio del Santo Padre

1. Sono con voi con il pensiero e la preghiera, amate famiglie delle Filippine e di tante regioni della terra, convenute a Manila per il vostro IV Incontro Mondiale: vi saluto con affetto nel nome del Signore!
Un pensiero cordiale e benedicente
a tutte le famiglie del mondo
In questa occasione, sono lieto di rivolgere un pensiero cordiale a tutte le famiglie del mondo, che voi rappresentate: a tutti «grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro» (1 Tm 1,2).
Ringrazio il Signor Cardinale Alfonso Lòpez Trujillo, Legato Pontificio, per le gentili parole che mi ha rivolto, anche a nome vostro. A lui e ai suoi collaboratori nel Pontificio Consiglio per la Famiglia desidero esprimere il mio compiacimento per l’impegno profuso con sollecitudine nella preparazione di questo Incontro. La mia viva gratitudine va poi al Signor Cardinale Jaime Sin, Arcivescovo di Manila, che vi accoglie con generosità in questi giorni.
La missione sublime della famiglia
2. So che nella sessione teologico-pastorale appena celebrata avete approfondito il tema:«La famiglia cristiana, buona notizia per il terzo millennio». Ho scelto queste parole, in vista del vostro Incontro Mondiale, per sottolineare la missione della famiglia che, accogliendo il Vangelo e lasciandosi illuminare dal suo messaggio, assume il doveroso impegno di diventarne testimone.
Siate innanzitutto «buona notizia per il terzo millennio»
3. Siate innanzitutto «buona notizia per il terzo millennio» vivendo con impegno la vostra vocazione. Il matrimonio che avete celebrato un giorno più o meno lontano è il vostro modo specifico di essere discepoli di Gesù, di contribuire all’edificazione del Regno di Dio, di camminare verso la santità a cui ogni cristiano è chiamato.
I coniugi cristiani, come afferma il Concilio Vaticano II, compiendo il loro dovere coniugale e familiare, «tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione» (Gaudium et spes, 48).
Dio ha impresso il vostro nome sulle palme delle sue mani
Accogliete pienamente, senza riserve, l’amore che nel sacramento del matrimonio Iddio vi dona per primo e con il quale vi rende capaci di amare (cfr 1 Gv 4,19). Rimanete sempre ancorati a questa certezza, la sola che può dare senso, forza e gioia alla vostra vita: l’amore di Cristo non si allontanerà mai da voi, non verrà mai meno la sua alleanza di pace con voi (cfr Is 54,10). I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (cfr Rm 11,29). Egli ha impresso i vostri nomi sulle palme delle sue mani (cfr Is 49,16)
La grazia che avete ricevuto nel matrimonio
4. La grazia che avete ricevuto nel matrimonio e che permane nel tempo proviene dal cuore trafitto del Redentore, che sull'altare della Croce si è immolato per la Chiesa, sua sposa, andando incontro alla morte per la salvezza di tutti. Questa grazia, perciò, porta con sé la peculiarità della sua origine: è la grazia dell’amore che si offre, dell'amore che si dona e perdona; dell'amore altruista, che dimentica il proprio dolore; dell'amore benevolo, che tutto crede, tutto sopporta, tutto spera, tutto tollera, che non ha fine e senza il quale tutto il resto non è niente (cfr 1 Cor 13,7-8).
Nel vostro cammino non siete soli
Certo, questo non è sempre facile, e nella vita quotidiana non mancano le insidie, le tensioni, la sofferenza e anche la stanchezza. Ma nel vostro cammino non siete soli. Con voi è sempre presente ed operante Gesù, come lo fu a Cana di Galilea, in un momento di difficoltà per quegli sposi novelli. Infatti, ricorda ancora il Concilio, il Salvatore viene incontro ai coniugi cristiani e rimane con loro perché, come Egli stesso ha amato la Chiesa e si è dato per lei, così anch’essi possano amarsi l’un l’altro fedelmente, per sempre, con mutua dedizione (Gaudium et spes 48).
Testimoniate con convinzione e coerenza
la verità sulla famiglia
5. Coniugi cristiani, siate «buona notizia per il terzo millennio» testimoniando con convinzione e coerenza la verità sulla famiglia. La famiglia fondata sul matrimonio è patrimonio dell'umanità, è un bene grande e sommamente apprezzabile, necessario per la vita, lo sviluppo e il futuro dei popoli.
Essa, secondo il piano della creazione stabilito fin dal principio (cfr Mt 19,4-8),
è l’ambito nel quale la persona umana, fatta a immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26), è concepita, nasce, cresce e si sviluppa. La famiglia, quale formatrice per eccellenza di persone (cfr Familiaris consortio 19-27), è indispensabile per una vera «ecologia umana» (Centesimus annus 39).
Le vostre testimonianza richiamano alla mia mente
l’esperienza acquisita come sacerdote, Arcivescovo di
Cracovia e lungo questi quasi 25 anni di Pontificato
Vi ringrazio delle testimonianze che avete presentato questa sera e che ho seguito con attenzione. Esse richiamano alla mia mente anche l'esperienza acquisita come sacerdote, Arcivescovo a Cracovia e lungo questi quasi 25 anni di Pontificato: come ho affermato altre volte, l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia (cfr Familiaris consortio 86). Raccomando a voi, care famiglie cristiane, di testimoniare con la vita di ogni giorno che, pur tra tante difficoltà e ostacoli, è possibile vivere in pienezza il matrimonio come esperienza colma di senso s come «buona notizia» per gli uomini e le donne del nostro tempo. Siate protagonisti nella Chiesa e nel mondo: è una necessità che sgorga dallo stesso matrimonio che avete celebrato, dal vostro essere chiesa domestica, dalla missione coniugale che vi caratterizza quali cellule originarie della società (cfr Apostolicam actuositatem 11).
Il Rosario preghiera della famiglia e per la famiglia
6. Infine, per essere «buona notizia per il terzo millennio», cari sposi cristiani, non dimenticate che la preghiera in famiglia è garanzia di unità in uno stile di vita coerente con la volontà di Dio. Proclamando recentemente l'Anno del Rosario, ho raccomandato questa devozione mariana come preghiera della famiglie e per la famiglia: recitando il Rosario, infatti, «si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino (Rosarium Virginis Mariae 41).
Sono lieto di annunciarvi che il V Incontro Mondiale delle
Famiglie si terrà a Valencia in Spagna nel 2006
Nell’affidarvi a Maria, Regina della famiglia, perché accompagni e sostenga la vostra vita, sono lieto di annunciarvi che il V Incontro Mondiale delle
Famiglie si terrà a Valencia in Spagna nel 2006. A tutti imparto ora la mia benedizione, lasciandovi una consegna: con l’aiuto di Dio fate del Vangelo la regola fondamentale della vostra famiglia e della vostra famiglia una pagina di Vangelo scritta per il nostro tempo!

Giovanni Paolo II


Nella tradizionale udienza d’inizio anno al Corpo Diplomatico, Giovanni Paolo II indica ai popoli e alle nazioni la strada per «evitare che l’umanità precipiti nell’abisso»

I flagelli che minacciano la sopravvivenza dell’umanità.
Il terrorismo subdolo che può colpire in qualsiasi istante e ovunque; il problema non risolto del Medio Oriente, con la Terra Santa e l’Iraq... il Sud America, particolarmente l’Argentina, la Colombia e il Venezuela; i conflitti che impediscono a numerosi paesi africani di dedicarsi al proprio sviluppo; le malattie che propagano il contagio e la morte... la fame... i comportamenti irresponsabili che contribuiscono all’impoverimento delle risorse del pianeta.
Ma tutto può cambiare
Dipende da ciascuno di noi. Ognuno può sviluppare in se stesso il proprio potenziale di fede, di probità, di rispetto altrui, di dedizione al servizio degli altri. Dipende chiaramente anche dai responsabili politici chiamati a servire il bene comune. Non vi sorprenda il fatto che di fronte ad una platea di diplomatici, io proponga al riguardo alcuni imperativi, ai quali mi sembra necessario ottemperare, se si vuole evitare che popoli interi, forse addirittura l’umanità stessa, precipitino nell’abisso
Alcuni imperativi: anzitutto un «Sì alla vita»!
Anzitutto un «SI’ ALLA VITA»!
Rispettare la vita e le vite: tutto comincia da qui, poiché il più fondamentale diritto umano è il diritto alla vita. L’aborto, l’eutanasia o la clonazione umana, ad esempio, rischiano di ridurre la persona umana ad un semplice oggetto: in qualche modo, la vita e la morte a comando! Quando sono prive di ogni criterio morale, le ricerche scientifiche che manipolano le sorgenti della vita, sono una negazione dell’essere e della dignità della persona.
Poi il RISPETTO DEL DIRITTO
La vita in società - in particolare la vita internazionale - suppone di principi comuni intangibili, il cui scopo è di garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini e delle Nazioni. Tali regole sono alla base della stabilità nazionale ed internazionale. Oggi, i responsabili politici hanno a disposizione testi appropriati e pertinenti istituzioni. Basta metterli in pratica. Il mondo sarebbe totalmente diverso se si cominciasse ad applicare, in maniera sincera, gli accordi sottoscritti!
Infine il DOVERE DELLA SOLIDARIETA’
In un mondo inondato da informazioni, ma che paradossalmente comunica con tanta difficoltà, e dove le condizioni di esistenza sono scandalosamente ineguali, è importante non lasciare nulla di intentato perché tutti si sentano responsabili della crescita e della felicità di tutti. Ne va del nostro avvenire. Giovani senza lavoro, persone disabili marginalizzate, anziani abbandonati, paesi prigionieri della fame e della miseria: ecco ciò che troppo spesso fa sì che l’uomo perda la speranza e soccomba alla tentazione del ripiegamento su se stesso o alla violenza.

Il coraggio di dire «NO»!
Si impongono pertanto alcune scelte affinché l’uomo abbia ancora un avvenire: i popoli della terra e i loro dirigenti devono avere talvolta il coraggio di dire «no».

«NO ALLA MORTE»!
Cioè «no» a tutto ciò che attenta all’incomparabile dignità di ogni essere umano, a cominciare da quella dei bambini non ancora nati. Se la vita è davvero un tesoro, bisogna saperlo conservare e farlo fruttificare senza snaturarlo. «No» a tutto ciò che indebolisce la famiglia, cellula fondamentale della società. «No» a tutto ciò che distrugge nel bambino il senso dello sforzo, il rispetto di sé e dell’altro, il senso del servizio.
«NO ALL’EGOISMO»!
Cioè «no» a tutto ciò che spinge l’uomo a rifugiarsi nel bozzolo di una classe sociale privilegiata o di una cultura di comodo che esclude l’altro. Il modo di vivere di quanti usufruiscono del benessere, il loro modo di consumare debbono essere rivisti alla luce delle ripercussioni che hanno sugli altri paesi. SI pensi, ad esempio, al problema dell’acqua, che l’Organizzazione delle Nazioni Unite propone alla riflessione di tutti nel corso del 2003. Egoismo è anche l’indifferenza delle Nazioni opulente nei confronti dei paesi abbandonati a se stessi.
«NO ALLA GUERRA»!
La guerra non è mai una fatalità; essa è sempre una sconfitta dell’umanità. Il diritto internazionale, il dialogo leale, la solidarietà fra stati, l’esercizio nobile della diplomazia, sono mezzi degni dell’uomo e delle Nazioni per risolvere i loro contenziosi. Dico questo pensando a coloro che ripongono ancora la loro fiducia nell’arma nucleare e ai troppi conflitti che tengono ancora in ostaggio nostri fratelli in umanità.

Giovanni Paolo II

«Pacem in terris»: impegno permanente
Alcuni passi del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale della Pace - 1° gennaio 2003

Sono trascorsi quasi quarant’anni da quell’11 aprile 1963 in cui papa Giovanni XIII pubblicò la storica Lettera Enciclica Pacem in terris.
Da spirito illuminato qual era, Giovanni XXIII identificò le condizioni essenziali per la pace in quattro precise esigenze dell’animo umano: la verità, la giustizia, l’amore, e la libertà.
La verità - egli disse - sarà fondamento della pace, se ogni individuo con onestà prenderà coscienza, oltre che dei propri diritti, anche dei propri doveri verso gli altri.
La giustizia edificherà la pace, se ciascuno concretamente rispetterà i propri doveri verso gli altri.
L’amore sarà fermento di pace se la gente sentirà i bisogni degli altri come propri e condividerà con gli altri ciò che possiede, a cominciare dai valori dello spirito.
La libertà infine alimenterà la pace e la farà fruttificare, se, nella scelta dei mezzi per raggiungerla, gli individui seguiranno la ragione e si assumeranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni.
Guardando al presente e al futuro con gli occhi della fede e della ragione, il beato Giovanni XXIII intravide ed interpretò le spinte profonde che già erano all’opera nella storia.

MINISTERO DELLA CARITA' - Attività 2003
Periodicamente
I sacerdoti portano l’Eucaristia agli ammalati
Sabato - Domenica 1 - 2 febbraio
Festa della vita (Gruppo familiare) - Vendita di primule per "Centro di aiuto alla Vita" della Clinica Mangiagalli di MIlano
Quaresima
Cena del povero (Associazione Casa Betania) A cena insieme, nell'attenzione verso i poveri, a favore dei missionari origgesi
Aprile

S. Pasqua (Caritas) - Visita agli origgesi ospitati nei diversi ricoveri e alla casa S. Giorgio
Sabato - domenica 5 - 6 aprile
Pasqua solidale (Progetto Cernobyl) - Vendita di uova pasquali per l'accoglienza dei ragazzi della Bielorussia - Dopo ogni Eucaristia sul sagrato della Chiesa parrocchiale
Mercoledì 16 aprile
S. Messa pasquale (unitalsi) - Celebrazione dell’Eucaristia per gli ammalati nel pomeriggio in parrocchia
Domenica 11 maggio
“Quatar pass par i alter” (Oratori) - Marcia non competitiva a favore dei missionari origgesi
Sabato - domenica 14 - 15 giugno
Auto pulite (Oratori) - Lavaggio auto,iniziativa a favore dei missionari
Settembre
Ragazzi con noi (Progetto Cernobyl) - Accoglienza di un gruppo di ragazzi della Bielorussia presso alcune famiglie
Venerdì 12 settembre
La festa (Unitalsi) - Celebrazione dell’Eucaristia per gli ammalati nel pomeriggio in parrocchia
Sabato - domenica 18 - 19 ottobre
Bancarella Missionaria (Gruppo Missionario) - Vendita di prodotti vari - iniziativa a favore dei missionari
Domenica 16 novembre
Bancarella dolce (Unitalsi) - Vendita di torte a favore delle inziative del gruppo rivolte ad ammalati ed anziani
Sabato - Domenica 7 - 8 dicembre
Bancarella di Natale (Associazione Casa Betania) - Vendita di cesti natalizi ed altro a favore dei missionari origgesi
Dicembre
S. Natale
(Unitalsi - Caritas) - Visita agli origgesi ospitati nei diversi ricoveri e alla Casa S. Giorgio
Ogni giovedì
Centro di Ascolto “Caritas” - Aperto dalla 16.30 alle 17.30 presso l’Oratorio Maschile
Periodicamente
Visita agli ammalati della nostra comunità nelle loro case - (Unitalsi)