Quello che stiamo per vivere nei prossimi giorni
è un occasione straordinaria per tutti.
Dire grazie non sempre si è capaci, sovente è pura convenienza,
non è sempre spontanea necessità.
In questo caso dire grazie è scoprire fino in fondo il significato
di comune-unione con i sacerdoti che il vescovo pone a guida di ogni
comunità cristiana.
Dire grazie, in questo caso al nostro parroco don Pierangelo, che ricorda
i suoi 25 anni di sacerdozio, è ancora una volta adattare alla
nostra quotidianità la saggezza del Vangelo. In particolare ci
riferiamo alle parole di Gesù in Marco 9,41, con la bella espressione
del bicchiere d'acqua. A lui come ad altri, è stato dato molto
di più di un semplice bicchiere d'acqua è stata data una
buona misura di vino prelibato e per questo -vino- che oggi, vogliamo
rendere grazie al Signore, perché ci sia sempre la condivisione
da parte nostra a questo progetto di vita, che è fatto di: preghiera
- carità - unità - servizio.

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COME ADERIRE
Per partecipare, occorre
aderire.
Aderire agli incontri che verranno
proposti è come trovarsi nella medesima posizione del popolo
d'Israele che nel suo peregrinare nel deserto, sotto la guida di Mosè,
"...Sostò nell'oasi di Elim, dov'erano dodici sorgenti e
settanta palme, per trovare un po' di refrigerio." (Es. 15,27)
Anche noi, se aderiremo, compiremo
lo stesso gesto del popolo d'Israele:
una sosta, per trovare nell'oasi della nostra comunità, forza
e coraggio per proseguire il cammino e, per far scaturire nel contempo,
con la preghiera, forze nuove in vocazioni sacerdotali e religiose nuove.

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TIRIAMO LE SOMME...
Quanto abbiamo letto, non è
altro che una breve presentazione al programma che ricorderà
i 25anni di sacerdozio del nostro parroco don Pierangelo.
Ora, non escano dalle nostre
labbra le parole; - Sono sempre le solite cose
- Ma noi... le conoscevamo queste "solite cose?".
Forse no!
Perché se veramente le
conoscessimo, ne saremmo entusiasti...
e... il nostro entusiasmo ci permetterà di pedalare - in tandem
- sulla strada che il Signore ha delineato per la nostra comunità
cristiana.

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IL
PRIMO INCONTRO Ricordo ancora l’attesa,
percorsa da un po’ di curiosità, per il primo incontro
con il nuovo Parroco di noi catechisti e animatori degli oratori.
Come sempre quando si conosce una persona nuova,
ci chiedevamo come fosse.
Per la prima volta poi il Parroco sarebbe stato il responsabile diretto
dell’oratorio maschile, visto che non avremmo più avuto
la mediazione del coadiutore.
Come il nuovo Parroco avrebbe impostato e organizzato il nostro servizio,
in che cosa ci avrebbe chiesto di cambiare e in che cosa di continuare
come prima ?
Insomma non si può negare che ci fosse in tutti noi una leggera
ansia, sempre presente quando avvengono dei cambiamenti, che sono comunque
il sale della vita e la rendono vivace, interessante e ci impediscono
di appiattirci e di procedere nella monotonia.
Ecco arrivata la sera “ fatidica “!
Con Don Mauro e Suor Mariangela ci ritroviamo in casa parrocchiale con
Don Pierangelo. Una breve preghiera e l’incontro incomincia.
La prima cosa che noto nel Don ( è così che noi siamo
abituati a chiamare il sacerdote dell’oratorio ) è il modo
diretto, deciso e senza giri di parole con cui comunica il suo pensiero.
Ci parla dell’Oratorio, del suo compito fondamentale: quello della
formazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, dell’importanza
della presenza degli adulti, dell’impegno che noi dobbiamo avere
nel compiere il nostro servizio di catechisti, educatori, animatori.
Ci ricorda che facciamo parte di una comunità, la Parrocchia
nella quale vivere il nostro essere Cristiani, perché “L’Oratorio
è la Parrocchia che educa “.
Ci manifesta la sua disponibilità: “ Ricordatevi che la
mia casa è sempre aperta, in ogni momento in cui avrete bisogno
di me “.
Ci chiede come sono organizzate la catechesi,
la domenica pomeriggio e gli altri momenti previsti per i ragazzi; si
parla, si discute e infine si decide come organizzare i vari momenti
della vita oratoriana.
E poi? Poi il Don ci stupisce con una domanda
diretta e personale: “ Chiedo a ciascuno di voi - Tu quale servizio
sei disposto ad assumerti in Oratorio?- Ecco un foglio; ognuno scriva
cosa intende fare e con quale gruppo di ragazzi ”. Insomma è
la richiesta perché ci si assuma una responsabilità precisa
e diretta, alla quale rispondere senza mezzi termini.
È con questa assunzione di responsabilità
e con la disponibilità da parte nostra a compiere un servizio
là dove il Parroco, responsabile primo della Comunità,
lo ritiene opportuno e necessario, si chiude questo primo incontro con
Don Pierangelo, il nuovo Parroco, che per noi è tuttora “
il Don “ dell’Oratorio, vicino ai ragazzi, agli educatori,
ai catechisti, come tutti i Don di tutti gli oratori.
Un catechista

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Qualche settimana dopo il suo
arrivo come nuovo Parroco, siamo andate da Don Pierangelo per presentargli
le attività del nostro gruppo.
Entrando in casa parrocchiale, siamo rimaste colpite dalla scritta su
una piccola piastrella appesa al muro dell’ingresso: “ Ricordati
che sei un servo inutile “.
All’uscita abbiamo commentato quella scritta che ci aveva richiamato
con forza all’umiltà con cui ciascuno deve rendere un servizio
nella comunità parrocchiale, all’essere coscienti che nessuno
di noi è indispensabile e talvolta neppure necessario, alla capacità
di ritirarci quando non siamo più in grado di compiere il servizio
per cui ci siamo offerti o al quale siamo stati chiamati.
Anche quando abbiamo fatto tutto ciò che è nelle nostre
capacità e possibilità, non abbiamo fatto altro che quello
per il quale siamo stati chiamati da Dio, l’unico Indispensabile,
senza il quale siamo inutili.
Grazie Don Pierangelo per quella
scritta! Vale per tutti i Cristiani, ma soprattutto deve valere per
chi, come noi, svolge un servizio all’interno della Parrocchia.
Quelle parole ci aiutano a non dimenticarci mai del perché e
per Chi dobbiamo impegnarci, senza bisogno di sentirci dire grazie,
perché “ Come gratuitamente avete ricevuto, così
gratuitamente date “.
Un gruppo di volontarie

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