Carissimi
fratelli e sorelle in Cristo, 13
Luglio 1952 è il giorno in cui la S.Madre Chiesa mi ha dato il
S. Battesimo facendomi cristiano e quindi legandomi a Gesù suo
sposo e a sé. Così è iniziato per volontà
dei miei genitori il cammino di risposta alla chiamata divina fino a condurmi
al giorno dell'ordinazione sacerdotale ricevuta per le mani del Card.
Giovanni Colombo: era l'11 Giugno 1977. Guardando al passato che lascio
dietro di me come non ringraziare Dio Padre che tutto questo tempo mi
ha custodito, mi ha allevato e mi ha conservato nella fede? Quante persone
ho incontrato e quanto bene ho ricevuto e anche per questo un grazie e
un ricordo che si ravviva nella preghiera quotidiana dell'Eucaristia.
Grazie anche a voi cristiani, di Origgio che il Padre mi ha affidato e
che con me l'avete ringraziato per il dono del ministero sacerdotale a
me conferito e da voi beneficiato.
Il Signore ha provveduto per me e per voi. Grazie di tutto all'Eterno
Dio e per tutta la vita che vorrà concedermi e per tutta l'eternità.
Ma ora per tutto ciò che ho celebrato con voi in attesa di volere
fare memoria con voi anche del centenario della presenza delle Suore del
Santo Benedetto Cottolengo nella nostra comunità di Origgio vorrei
invitare ciascuno di voi a riflettere, meditare e pregare il Signore della
vita perchè tutti, nessuno escluso possa rileggere le proposte
scelte cristiane in chiave vocazionale. Ci impegneremo a comprendere in
ogni occasione e specialmente in alcuni momenti dell'anno Liturgico il
perchè dell'esperienza cristiana, il significato e il suo dinamismo.
Saranno queste le domande che ci accompagneranno:
• Perchè sono diventato cristiano, di Cristo?
• Che cosa significa per me essere cristiano oggi?
• Come posso io personalmente annunciare il Regno di Dio nella mia
famiglia, nella mia comunità, nell'ambito del lavoro e in altri
luoghi?
Don Pierangelo

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LA VOCAZIONE
CRISTIANA
L'Anno Pastorale 2002/2003 sarà un anno vocazionale
perché a ciascuno sarà data la possibilità di meditare
sul fatto della scelta cristiana, e cioè dell'appartenere a Cristo
e alla sua Chiesa.
Essere cristiano è una scelta che risale a un giorno preciso della
propria storia personale ma che esige ogni giorno una risposta rinnovata
libera, coraggiosa e carica di tanta gioia per il dono ricevuto: essere
figlio nel Figlio a lode e gloria del Padre.
In concreto essere figlio in Gesù significa concepire la vita come
dono da offrire nell'umile servizio cosi come Gesù ce l'ha insegnato:
“io non sono venuto per essere serviro ma per servire e dare la
vita in abbondanza”.
A questo proposito sarà utile conoscere le regole della chiesa
così come si trovano nel codice di Diritto Canonico.
Can.849: “Il battesimo, porta dei sacramenti, necessario
di fatto o almeno nel desiderio per la salvezza, mediante il quale gli
uomini vengono liberati dai peccati, sono rigenerati come figli di Dio
e, configurati a Cristo con un carattere indelebile, vengono incorporati
alla Chiesa, è validamente conferito soltanto mediante il lavacro
di acqua vera e con la forma verbale stabilita”.
Can. 851: “La celebrazione del battesimo deve essere
opportunamente preparata e pertanto:
1° l'adulto che intende ricevere il battesimo sia ammesso al catecumenato
e, per quanto è possibile, attraverso i vari gradi, sia condotto
all'iniziazione sacramentale, secondo il rito dell'iniziazione, adattato
dalla Conferenza Episcopale e secondo le norme peculiari da essa emanate;
2° i genitori di un bambino da battezzare, come pure coloro che stanno
per assumere l'incarico di padrino, siano bene istruiti sul significato
di questo sacramento e circa gli obblighi ad esso inerenti, il parroco,
personalmente o tramite altri, provveda che i genitori, mediante esortazioni
pastorali ed anche con la preghiera comune, siano debitamente istruiti,
radunando più famiglie e dove sia possibile visitandole”.
Can.854: “Il battesimo venga conferito o per immersione
o per infusione, osservando le disposizioni della Conferenza Episcopale”.
Can 855: “I genitori, i padrini e il parroco abbiano cura che non
venga imposto un nome estraneo al senso cristiano”.
Can 857: §1. Fuori del caso di necessità,
il luogo proprio del battesimo è la chiesa o l'oratorio.
§2 . Si abbia come regola che l'adulto sia battezzato nella propria
chiesa parrocchiale, il bambino invece nella chiesa parrocchiale propria
dei genitori, a meno che una giusta causa non suggerisca diversamente.
Can 868: §1. Per battezzare lecitamente un bambino
si esige:
1° che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente
il loro posto, vi consentano;
2° che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione
cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito,
secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori
§2 . Il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici,
in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà
dei genitori.
Can.874: §1. Per essere ammesso all'incarico di
padrino, è necessario che:
l° sia designato dallo stesso battezzando o dai suoi genitori o da
chi ne fa le veci oppure, mancando questi, dal parroco o dal ministro
e abbia l'attitudine e l'intenzione di esercitare questo incarico;
2° abbia compiuto i sedici anni, a meno che dal Vescovo diocesano
non sia stata stabilita un'altra età, oppure al parroco o al ministro
non sembri opportuno, per giusta causa, ammettere l'eccezione;
3° sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione e il
santissimo sacramento dell'Eucaristia, e conduca una vita confonne alla
fede e all'incarico che assume;
4° non sia irretito da alcuna pena canonica legittimamente inflitta
o dichiarata;
5° non sia il padre o la madre del battezzando.
§2 . Non venga ammesso un battezzato che appartenga ad una comunità
ecclesiale non cattolica, se non insieme ad un padrino cattolico e soltanto
come testimone del battesimo.
Can 208: Fra tutti i fedeli, in forza della loro rigenerazione
in Cristo, sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell'agire,
e per tale uguaglianza tutti cooperano all'edificazione del Corpo di Cristo,
secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno.
Can 212: §1. I fedeli,
consapevoli della propria responsabilità, sono tenuti ad osservare
con cristiana obbedienza ciò che i sacri Pastori, in quanto rappresentano
Cristo, dichiarano come maestri della fede o dispongono come capi della
Chiesa.
§2. I fedeli hanno il diritto di manifestare ai Pastori della Chiesa
le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri.
§3. In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio
di cui godono, essi hanno il diritto e anzi talvolta anche il dovere,
di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda
il bene della Chiesa, e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando
l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori,
tenendo inoltre presente l'utilità comune e la disgnità
della persona.

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DIONIGI
TETTAMANZI Nuovo Arcivescovo di Milano
CHI E'?
BREVE STORIA
o Nasce a Renate (MI) il 14 marzo 1934
o A 11 anni entra nel Seminario diocesano
o Il 28 giugno 1957 - ordinato sacerdote dall’Arc. Mons. Giovanni
Battista Montini
o Consegue la Licenza di teologia nel 1957 presso il Seminario di Venegono
Inferiore (VA)
o Consegue nel 1959 il dottorato in Sacra Teologia presso la Pontificia
Università Gregoriana a Roma con una tesi su “Il dovere dell’apostolato
dei laici”
o Insegna inizialmente discipline teologiche ai chierici prefetti nei
seminari minori di Masnago e di Seveso San Pietro, poi morale fondamentale
e speciale e teologia sacramentaria presso il Seminario maggiore a Venegono
Inferiore (VA)
o Nel 1985 diventa Prelato d’onore di Sua Santità
o L’11 settembre 1987 è chiamato a reggere il Pontificio
Seminario Lombardo dei Santi Ambrogio e Carlo in Roma
o Il 1° luglio 1989 viene eletto Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo
o Il 23 settembre 1989 riceve l’ordinazione episcopale nel Duomo
di Milano per l’imposizione delle mani del Card. Martini
o Nel giugno 1990 è eletto Presidente della Commissione episcopale
della CEI per la famiglia
o Il 14 marzo 1991 viene nominato Segretario Generale della Conferenza
Episcopale Italiana con la conseguente rinuncia all’Arcidiocesi
di Ancona-Osimo
o Il 20 aprile 1995 il Papa lo nomina Arcivescovo Metropolita di Genova,
dove fa il suo ingresso il 18 giugno dello stesso anno
o Il 25 maggio 1995 è nominato Vice Presidente della Conferenza
Episcopale Italiana
o Nel Concistoro del 21 febbraio 1998 viene creato Cardinale del titolo
dei Santi Ambrogio e Carlo.
o Nominato Arcivescovo di Milano l’ 11 luglio 2002, dove fa il suo
ingresso il 29 settembre
PRECISAZIONI SULLA SUA ATTIVITA'
Accanto all’attività pastorale diretta, svolta sempre con
amore e dedizione, sono di particolare rilievo la sua opera di ricerca
e di insegnamento e la sua attività culturale e pubblicistica,
con particolare attenzione alle questioni di morale fondamentale e di
morale speciale, soprattutto relative all’ambito del matrimonio,
della famiglia, della sessualità e della bioetica. Non mancano
scritti di sacramentaria, eccleseologia, pastorale, agiografia e spiritualità.
Tra i volumi pubblicati si possono ricordare:
I due saranno una carne sola. Saggi teologici su matrimonio e famiglia
(LDC, 1986),
Nella vecchiaia daranno ancora frutti. Per una spiritualità dell'anziano
(ed. Ancora, 1988),
La verginità profezia del mondo futuro. Meditazioni (Ed. Ancora,
1990),
La famiglia via della Chiesa (Ed. Massimo, 1991),
L’uomo immagine di Dio. Linee fondamentali di morale cristiana (Piemme,
1992),
Una fatica da cristiani (Piemme, 1993),
della Lettera del Papa alle famiglie (Piemme, 1994),
Scuola di preghiera (Piemme, 1995),
Lo sguardo di Cristo (Ed. San Paolo, 1996),
Omelie civili. “Cattedrale aperta” a Genova (San Paolo, 1997),
Anno di grazia tempo di gioia. Meditazioni cristiane sul Giubileo (Piemme,
1999),
Nuova bioetica cristiana (Piemme, 2000),
Globalizzazione: una sfida (Piemme, 2001),
La vita spirituale del prete (Piemme, 2002).
Ha partecipato, in qualità di esperto di nomina pontificia, al
Sinodo dei Vescovi sulla famiglia (1980) e a quello sui laici (1987).
Diversi anche gli incarichi presso la Santa Sede: Consultore della Congregazione
per la dottrina della Fede (febbraio 1989); Consultore del Pontificio
Consiglio per la famiglia (dal 1982); Consultore della Pontificia Commissione
della pastorale per gli operatori sanitari (nel 1985) e membro dell'attuale
Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari (dal 1991);
membro del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (dal 1994).
Vanno ricordate la sua presenza e la sua azione nella Confederazione italiana
dei Consultori familiari di ispirazione cristiana, di cui è stato
consulente ecclesiastico dal 1979 al 1989, nell'Oari (movimento per una
pastorale di comunione e di speranza per l'uomo che soffre) come responsabile
dell'attività culturale prima e quale Presidente poi, nell'Associazione
Medici Cattolici Italiani della sezione di Milano della quale Assistente
è stato ecclesiastico per circa un ventennio.
Attualmente il Card. Dionigi Tettamanzi è membro della Congregazione
per la dottrina della fede; della Congregazione per le Chiese orientali;
della Congregazione per il clero; dalla Congregazione per l’educazione
cattolica; Consigliere del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali;
della Prefettura degli affari economici della Santa Sede e del Consiglio
di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della
Santa Sede.
E’ anche membro del Consiglio ordinario della Segreteria Generale
del Sinodo dei Vescovi e del Consiglio speciale per l’Europa della
stessa Segreteria.
Inoltre è accademico onorario della Pontificia Accademia di San
Tommaso d’Aquino.

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SIGNORE
INSEGNACE A PREGARE
Una buona parte del gruppo catechisti della nostra parrocchia ha partecipato,
in quattro serate del mese di settembre, ad alcuni incontri formativi
riguardanti il tema della preghiera cristiana e il modo di affrontaria
con i ragazzi a catechismo. Il corso catechisti si è svolto in
4 serate, in ognuna delle quali si affrontava un tema diverso:il Padre
Nostro, "rivelazione" della preghiera cristiana, l'Eucaristia,
fonte della preghiera cristiana, la prospettiva psicologica nella preghiera
dei ragazzi e l'educazione alla preghiera.
Il Padre nostro, rivelazione della
preghiera cristiana - Relatore: Mons. Giovanni Giavini
In questo incontro è stata
data una linea meditativa sulle Parole di questa preghiera perché
il più delle volte la si ripete senza capire il profondo significato
delle parole che diciamo:
Padre Nostro che sei nei cieli: Questa frase è molto bella soprattutto
nel testo aramaico, dove Gesù chiama Dio ABBA (papà). Gesù
dice Padre nostro, non solamente mio ma nostro, non Padre solo dei cristiani
o dei cattolici ma Padre di tutti, anche di coloro che non credono.
Sia santificato il Tuo nome: Santificare Dio vuol dire riconoscere che
Egli è il nostro unico Dio e si affianca al Comandamento "Non
nominare il nome di Dio invano".
Venga il Tuo regno: Sappiamo che sicuramente nel Regno del Padre non ci
sarà odio, male e sarà vinta pure la morte, sappiamo anche
che lì regnerà solo il Padre e tutto ciò che siamo
stati sulla terra o ciò che abbiamo posseduto non conterà
più.
Sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra: Pensiamo
al Getsemani, Gesù pur avendo il potere di salvarsi, lascia che
venga arrestato e condannato per rispettare il disegno del Padre su di
Lui. E come l'ha fatto Gesù anche noi siamo chiamati a sottostare
al progetto divino ubbidendo ai comandamenti, accettando alcuni sacrifici,
gioie e dolori, pregando Dio in questo modo: "Fai di me ciò
che vuoi".
Dacci oggi il nostro pane quotidiano: L'uomo ha bisogno anche di prime
necessità, delle cose terrene, per questo motivo compare la richiesta
del pane quotidiano, come simbolo di tutti i beni naturali che possediamo.
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
Noi avremo sempre debiti con il Padre e quindi avremo sempre bisogno di
invocare la remissione e la pazienza misericordiosa del Padre verso noi
poveri debitori, ma per aspirare a questo perdono, noi dobbiamo essere
i primi ad attuarlo nei confronti del nostro prossimo.
E non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male: Probabilmente questa
frase verrà cambiata perché ha un significato ambiguo, a
causa di una traduzione sbagliata. Deve essere intesa come Dio che ci
mette alla prova e noi gli chiediamo di non permettere che siamo tentati
al di sopra delle nostre forze, dandoci anche il mezzo per poter superare
le varie difficoltà e tentazioni della vita.
L' Eucaristia, "fonte"
della preghiera cristiana - Relatore: Don Claudio Magnoli
Dopo una prima introduzione sull'importanza
dell'Eucaristia all'interno della comunità cristiana, si è
affrontato il tema del rito della Messa con i ragazzi. Da qui sono emerse
alcune osservazioni molto interessanti che ci auguriamo vengano lette
dai diretti interessati: cerimonieri, chierichetti, coro, lettori e da
tutti i fedeli.
• Non esiste la messa domenicale per i ragazzi o per i bambini,
perché la celebrazione dell'Eucaristia è il momento centrale
dell'essere Chiesa, in cui tutta la comunità cristiana è
riunita intorno al banchetto di Cristo: dai bambini, agli adulti, agli
anziani, per sentirsi tutti parte di un' unica comunità, la Chiesa;
• La celebrazione Eucaristica non è una gara canora nella
quale i vari cori devono mostrare la loro bravura al popolo: il canto
è strumento di preghiera e di accompagnamento al sacrificio eucaristico,
è elemento importante ma non fondamentale. E' meglio ripetere più
volte gli stessi canti, conosciuti da tutti e soprattutto alla portata
di tutti, che cambiare ogni volta, aggiungendo canti sconosciuti. Capita,
a volte, nelle celebrazioni di Natale o di Pasqua, si eseguano parti fondamentali
dell'Eucaristia (come il Gloria) cantati:
bene, ma se la melodia o il testo, pur essendo molto belli da sentire,
non sono adatti a tutta l'assemblea, vanno tralasciati.
• Uguale discorso per i chierichetti, il cerimoniale i lettori:
non sono loro che fanno la Messa, sono dei tramiti, e non possono sostituirsi
alla centralità del sacrificio eucaristico, vero protagonista dell'Eucaristia.
Sono inutili le processioni, l'incenso, e altre cose del genere, se non
si è compreso che cosa è veramente l'Eucaristia: si può
allestire una Messa come si vuole, preparando bei canti, tanti chierichetti,
dei bravi lettori ma se manca il sacerdote che celebra il sacrificio eucaristico
oppure non si comprende la vera importanza di questo, tuffo ciò
che sta intorno è solo una cornice superflua.
• La celebrazione dell'Eucaristia ci dice lei che cosa dobbiamo
fare e non noi, che tendiamo a far esprimere alla Messa ciò che
vogliamo.
Gruppo catechisti

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I
RAGAZZI E LA PREGHIERA
I ragazzi possono pregare? Certamente, i ragazzi pregano, lo fanno “da
ragazzi”! L'osservazione più elementare è che, a determinate
condizioni i ragazzi pregano lasciando trasparire l’azione dello
Spirito santo in loro, vero animatore della preghiera cristiana. Soffermiamoci,
su qualche elemento riguardante ciò che favorisce in loro l'esperienza
di preghiera e sulla proposta di qualche dinamica educativa. I loro primi
insegnanti sono i genitori, dai quali possono imparare sia perché
insegnano le loro le preghiere, sia perchè li coinvolgono in momenti
di celebrazione comunitaria. I genitori rappresentano per il ragazzo l’intera
comunità cristiana adulta. Tale insegnamento è certamente
il più efficace, ma è anche il punto debole della attuale
situazione dell’educazione non solo alla preghiera, ma alla fede.
Per questo evidenziamo quìi il compito della comunità cristiana
e in particolare l’importanza dei cammini formativi.
Il compito della catechesi
Nella catechesi di iniziazione cristiana spetta il compito di aprire ai
ragazzi il dialogo della preghiera. Si partirà dagli elementi più
semplici, come il segno della croce, il senso della presenza di Dio nella
loro vita scoperto nel silenzio e nell'ascolto del Vangelo, il comportamento
da avere in chiesia, le preghiere tradizionali. Nella catechesi si insegnerà
a pregare attraverso la preghiera stessa, cioè grazie a momenti
di preghiera vissuti insieme e alla partecipazione con il gruppo ai momenti
di preghiera della comunità cristiana (come la Messa domenicale,
le novene, ecc.). E’ importante che l’educatore abbia una
propria esperienza di preghiera, che possa essere cioè prima di
tutto una persona che fa pregare i ragazzi pregando egli stesso, ma anche
che possa testimoniarenuna vita di fede adulta. E’ importante che
i ragazzi sappiano che l’educatore prega (anche per loro...) e anche
che ci sono momenti nei quali i catechisti si riuniscono a pregare tra
loro. La preghiera non è “roba da ragazzi”, cioè
espressione dell'età infantile che può essere abbandonata
quando si diventa grandi (pensiamo all'ingenua espressione, “non
vado più a Messa perché ho già fatto la cresima....”).
Nel metodo col quale aiuta i ragazzi a pregare sarà attento a rispettare
le caratteristiche dei ragazzi e, per questo, si porrà nell'atteggiamento
dell'accompagnamento, senza sovraccaricare né costringere a camminare
a un passo che il ragazzo confonderebbe con pesantezza e noia. Il catechista
deve quindi pregare e aiutare a pregare, animarsi e animare.
L’oratorio
Luogo importante in questa età, per l’educazione comunitaria
e personale alla preghiera, è l’oratorio. Già dalla
cura del “luogo della preghiera”, la cappellina dell’oratorio,
e vivendo insieme i momenti di preghiera domenicale, che riprendono il
Vangelo della S. Messa, e anche i momenti legati al cammino di catechesi
settimanale, i ragazzi possono imparare a vivere la preghiera come elemento
essenziale per la propria fede. Sarà importante accompagnarli consegnando
loro anche alcuni essenziali atteggiamenti che favoriscono la preghiera
stessa: il silenzio, l’ascolto, la risposta consapevole, la partecipazione
con i canti e i gesti.

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GIORNATA
MISSIONARIA MONDIALE
La Giornata Missionaria Mondiale
è stata celebrata quest’anno il 20 ottobre con i due momenti
che ormai la contraddistinguono nella nostra Diocesi: la Veglia diocesana
di preghiera di sabato 19 e le iniziative parrocchiali di domenica 20,
che hanno come scopo comune quello di ravvivare lo spirito missionario
al quale siamo tutti chiamati come Cristiani.
Sabato 19 ottobre in Piazza Duomo
a Milano, durante la Veglia Missionaria presieduta dal nostro Arcivescovo
Cardinale Dionigi Tettamanzi, abbiamo pregato e meditato sul mandato alla
missione che Cristo ha dato ai suoi discepoli e dà anche a ciascuno
di noi battezzati nel suo nome. Ci hanno indicato la strada, i modi e
i tempi della missionarietà le lettere dell’Apostolo Paolo
e il racconto della vita di Padre Matteo Ricci, missionario in Cina 450
anni fa; ci hanno raccontato la loro chiamata alcuni dei 22 missionari
( sacerdoti, suore, laici ) che dal Cardinale hanno ricevuto il Mandato
alla missione e che sono in partenza per il loro servizio in alcuni dei
paesi più poveri del nostro mondo. Tutti noi presenti abbiamo ricevuto
il mandato alla missione nelle nostre comunità, a partire dalle
nostre famiglie e ci è stato ricordato chi è il missionario:
colui che porta l’annuncio della Buona Novella, del Vangelo, insomma
di Cristo, in tutto il mondo.
Domenica 20 ottobre nella nostra
Comunità sono stati raccolti 1.295 €, con le buste che tutti
noi abbiamo trovato in chiesa e 685 € con la bancarella missionaria,
attraverso la vendita di vari prodotti, per un totale di 1.980 €.
La somma è stata così destinata: 1.000 € alle iniziative
missionarie della Diocesi, 204 € al commercio equo e solidale e 776
€ al Gruppo missionario, che li destinerà in seguito ai nostri
e altri missionari. Una piccola somma è stata raccolta anche dalle
suore di S. Anna, per le loro missioni in India, con la vendita dei loro
prodotti.
Nei mesi scorsi a Suor Alda Sironi,
tornata in Italia per un periodo di riposo, sono stati consegnati, prima
del suo rientro in Ecuador, 1.500 €; 1.500 € sono andati a Suor
Annamaria, missionaria in Brasile e 500 € a Suor Agnese, missionaria
in Sudan.
Un grazie a tutte le persone che
hanno dato il loro contributo in attenzione, tempo, lavoro e denaro e
hanno reso possibile il realizzarsi di questi aiuti.
Nel prossimo numero di “Voce Amica” sarà dato il resoconto
di tutte le iniziative svolte quest’anno a favore dei missionari
dal Gruppo missionario e dai ragazzi e ragazze dell’Oratorio.
Il Gruppo Missionario Parrocchiale

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CAMPEGGIO
2002 ------ CAMPO FRANSCIA
E purtroppo, è
finita anche per quest'anno la bella esperienza estiva che da quasi mezzo
secolo accompagna i giovani, le famiglie, i ragazzi e le ragazze dell'oratorio
di Origgio per sei intense settimane estive: il Campeggio. E da quel lontano
1955, quando le prime tende origgesi, venivano piantate a Chiareggio,
in Valmalenco (SO), il nostro campeggio ne ha fatta di strada.... da quella
mini struttura ridotta allo stretto indispensabile: una tenda di base,
che di giorno era refettorio e di notte dormitorio, una cucina volante
attrezzata in una baita, un servizio igienico piuttosto spartano e un
rubinetto con l'acqua ghiacciata per i coraggiosi che volevano lavarsi;
ormai è diventato un mini albergo trasportabile da montare su terreni
in affitto, non più per due settimane, come all'inizio, ma per
ben un mese e mezzo. L'avventura “su campo” del campeggio
è iniziata venerdì 5 luglio quando una cinquantina di volontari
si è rimboccata le maniche per allestirlo: hanno caricato i camions
e poi via. Destinazione: Campo Franscia, frazione del comune di Lanzada,
in Valmalenco (SO), a 1550m s.l.m., sulle sponde del torrente Lanterna.
Due giorni di intenso lavoro per gli “angeli” del campeggio,
dei quali, a volte, l'emozione e la gioia dei campeggiatori, tende a non
notare il loro fondamentale operato, soprattutto come quest’anno
quando hanno dovuto allestire il campo con condizioni climatiche avverse:
si è passati da un violento acquazzone, il sabato, a un caldo terribile,
la domenica. Nonostante tutto lunedì 8 la prima spedizione, quella
dei maschietti, capitanata da Don Pier, ha trovato il campo completamente
allestito e pronto per essere “invaso” da una cinquantina
di ragazzi (mai un numero così elevato negli ultimi anni), che
per 12 giorni hanno affrontato gioie e fatiche del Campeggio. E dopo quel
primo turno ce ne sono stati altri due: quello delle ragazze (19/07-31/07),
composto da una quarantina di persone, guidate da Suor Maria Chiara, e
infine quello dei giovani e delle famiglie fino al 18/08, che, dispiace
ammetterlo, a differenza dei primi due, ha avuto una contrazione nel numero
di famiglie partecipanti. Anche quest’anno non sono mancate le particolarità
che caratterizzano la vita del nostro campeggio che è si un momento
di relax e di vacanza dove stare a contatto con la natura e riempirsi
i polmoni di aria pura, ma è soprattutto un momento educativo e
formativo che può essere visto come una continuazione estiva dell’itinerario
educativo svolto durante l’anno pastorale. A questo proposito ci
sono stati alcuni momenti forti nella giornata del campeggiatore e su
tutti la celebrazione dell'Eucaristia quotidiana. C’è chi
dice che il campeggio è scuola di vita, ed è la verità
perché, soprattutto per i più piccini, c'è la possibilità
di vivere autonomamente una quindicina di giorni staccandosi dai genitori
ed avendo qualche responsabilità in più. Ma credo che il
fatto più importante del campeggio sia la condivisione: di momenti
di gioia, come il gioco, le serate insieme, ...; ma anche di momenti più
difficoltosi da superare come quando sopraggiunge la nostalgia di casa
oppure durante le gite... Eh si proprio le interminabili e temutissime
gite che molti vorrebbero evitare ma che tutti sono costretti a fare,
e, anche quest'anno, visto il magnifico posto che ci ha ospitati, abbiamo
avuto la possibilità di portarci fino ai piedi del Bernina e del
Pizzo Scalino. Ed è proprio in questi momenti di fatica comune
che si può riscoprire sia lo spirito della montagna che quello
di gruppo: tutti uniti nella fatica della salita, aiutandosi, per quanto
sia possibile, e cercando di arrivare a cime sempre più elevate
portandosi dentro lo spirito del Vangelo. Ed è questa la finalità
del campeggio: puntare sempre più in alto; migliorarsi continuamente,
mettersi in relazione con gli altri, senza dimenticare il denominatore
comune, l'essere cristiani.

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