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Maggio 2004

OTTOBRE 2002

DON PIERANGELO

VOCAZIONE CRISTIANA

DIONIGI TETTAMANZI

SIGNORE INSEGNACI
A PREGARE

I RAGAZZI E
LA PREGHIERA

GIORNATA MISSIONARIA

CAMPEGGIO 2002

Lunedì 7 Ottobre
« Il Concilio riscoprì
che la ricca tradizione spirituale ,
liturgica, disciplinare e teologica
delle Chiese d'Oriente
appartiene al patrimonio comune della Chiesa
una, santa, cattolica e apostolica.
E esso sottolineò, inoltre,
la necessità di conservare
nei confronti di tali Chiese
quelle fraterne relazioni che ci devono essere
tra le Chiese locali, come tra Chiese sorelle...
La nostra comunione,
e penso di poter dire la nostra amicizia,
si è approfondita grazie ad un reciproco scambio di visite e di messaggi.
Con gioia ricordo la prima visita
che Vostra Beatitudine
ha compiuto a Roma nel 1989,
ed il mio viaggio a Bucarest nel 1999»

 



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

13 Luglio 1952 è il giorno in cui la S.Madre Chiesa mi ha dato il S. Battesimo facendomi cristiano e quindi legandomi a Gesù suo sposo e a sé. Così è iniziato per volontà dei miei genitori il cammino di risposta alla chiamata divina fino a condurmi al giorno dell'ordinazione sacerdotale ricevuta per le mani del Card. Giovanni Colombo: era l'11 Giugno 1977. Guardando al passato che lascio dietro di me come non ringraziare Dio Padre che tutto questo tempo mi ha custodito, mi ha allevato e mi ha conservato nella fede? Quante persone ho incontrato e quanto bene ho ricevuto e anche per questo un grazie e un ricordo che si ravviva nella preghiera quotidiana dell'Eucaristia. Grazie anche a voi cristiani, di Origgio che il Padre mi ha affidato e che con me l'avete ringraziato per il dono del ministero sacerdotale a me conferito e da voi beneficiato.
Il Signore ha provveduto per me e per voi. Grazie di tutto all'Eterno Dio e per tutta la vita che vorrà concedermi e per tutta l'eternità. Ma ora per tutto ciò che ho celebrato con voi in attesa di volere fare memoria con voi anche del centenario della presenza delle Suore del Santo Benedetto Cottolengo nella nostra comunità di Origgio vorrei invitare ciascuno di voi a riflettere, meditare e pregare il Signore della vita perchè tutti, nessuno escluso possa rileggere le proposte scelte cristiane in chiave vocazionale. Ci impegneremo a comprendere in ogni occasione e specialmente in alcuni momenti dell'anno Liturgico il perchè dell'esperienza cristiana, il significato e il suo dinamismo.
Saranno queste le domande che ci accompagneranno:
• Perchè sono diventato cristiano, di Cristo?
• Che cosa significa per me essere cristiano oggi?
• Come posso io personalmente annunciare il Regno di Dio nella mia famiglia, nella mia comunità, nell'ambito del lavoro e in altri luoghi?
Don Pierangelo


LA VOCAZIONE CRISTIANA

L'Anno Pastorale 2002/2003 sarà un anno vocazionale perché a ciascuno sarà data la possibilità di meditare sul fatto della scelta cristiana, e cioè dell'appartenere a Cristo e alla sua Chiesa.
Essere cristiano è una scelta che risale a un giorno preciso della propria storia personale ma che esige ogni giorno una risposta rinnovata libera, coraggiosa e carica di tanta gioia per il dono ricevuto: essere figlio nel Figlio a lode e gloria del Padre.
In concreto essere figlio in Gesù significa concepire la vita come dono da offrire nell'umile servizio cosi come Gesù ce l'ha insegnato: “io non sono venuto per essere serviro ma per servire e dare la vita in abbondanza”.
A questo proposito sarà utile conoscere le regole della chiesa così come si trovano nel codice di Diritto Canonico.

Can.849: “Il battesimo, porta dei sacramenti, necessario di fatto o almeno nel desiderio per la salvezza, mediante il quale gli uomini vengono liberati dai peccati, sono rigenerati come figli di Dio e, configurati a Cristo con un carattere indelebile, vengono incorporati alla Chiesa, è validamente conferito soltanto mediante il lavacro di acqua vera e con la forma verbale stabilita”.

Can. 851: “La celebrazione del battesimo deve essere opportunamente preparata e pertanto:
1° l'adulto che intende ricevere il battesimo sia ammesso al catecumenato e, per quanto è possibile, attraverso i vari gradi, sia condotto all'iniziazione sacramentale, secondo il rito dell'iniziazione, adattato dalla Conferenza Episcopale e secondo le norme peculiari da essa emanate;
2° i genitori di un bambino da battezzare, come pure coloro che stanno per assumere l'incarico di padrino, siano bene istruiti sul significato di questo sacramento e circa gli obblighi ad esso inerenti, il parroco, personalmente o tramite altri, provveda che i genitori, mediante esortazioni pastorali ed anche con la preghiera comune, siano debitamente istruiti, radunando più famiglie e dove sia possibile visitandole”.

Can.854: “Il battesimo venga conferito o per immersione o per infusione, osservando le disposizioni della Conferenza Episcopale”.

Can 855: “I genitori, i padrini e il parroco abbiano cura che non venga imposto un nome estraneo al senso cristiano”.

Can 857: §1. Fuori del caso di necessità, il luogo proprio del battesimo è la chiesa o l'oratorio.
§2 . Si abbia come regola che l'adulto sia battezzato nella propria chiesa parrocchiale, il bambino invece nella chiesa parrocchiale propria dei genitori, a meno che una giusta causa non suggerisca diversamente.

Can 868: §1. Per battezzare lecitamente un bambino si esige:
1° che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano;
2° che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori
§2 . Il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori.

Can.874: §1. Per essere ammesso all'incarico di padrino, è necessario che:
l° sia designato dallo stesso battezzando o dai suoi genitori o da chi ne fa le veci oppure, mancando questi, dal parroco o dal ministro e abbia l'attitudine e l'intenzione di esercitare questo incarico;
2° abbia compiuto i sedici anni, a meno che dal Vescovo diocesano non sia stata stabilita un'altra età, oppure al parroco o al ministro non sembri opportuno, per giusta causa, ammettere l'eccezione;
3° sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione e il santissimo sacramento dell'Eucaristia, e conduca una vita confonne alla fede e all'incarico che assume;
4° non sia irretito da alcuna pena canonica legittimamente inflitta o dichiarata;
5° non sia il padre o la madre del battezzando.
§2 . Non venga ammesso un battezzato che appartenga ad una comunità ecclesiale non cattolica, se non insieme ad un padrino cattolico e soltanto come testimone del battesimo.

Can 208: Fra tutti i fedeli, in forza della loro rigenerazione in Cristo, sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell'agire, e per tale uguaglianza tutti cooperano all'edificazione del Corpo di Cristo, secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno.

Can 212: §1. I fedeli, consapevoli della propria responsabilità, sono tenuti ad osservare con cristiana obbedienza ciò che i sacri Pastori, in quanto rappresentano Cristo, dichiarano come maestri della fede o dispongono come capi della Chiesa.
§2. I fedeli hanno il diritto di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri.
§3. In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa, e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la disgnità della persona.


DIONIGI TETTAMANZI Nuovo Arcivescovo di Milano
CHI E'?

BREVE STORIA
o Nasce a Renate (MI) il 14 marzo 1934
o A 11 anni entra nel Seminario diocesano
o Il 28 giugno 1957 - ordinato sacerdote dall’Arc. Mons. Giovanni Battista Montini
o Consegue la Licenza di teologia nel 1957 presso il Seminario di Venegono Inferiore (VA)
o Consegue nel 1959 il dottorato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma con una tesi su “Il dovere dell’apostolato dei laici”
o Insegna inizialmente discipline teologiche ai chierici prefetti nei seminari minori di Masnago e di Seveso San Pietro, poi morale fondamentale e speciale e teologia sacramentaria presso il Seminario maggiore a Venegono Inferiore (VA)
o Nel 1985 diventa Prelato d’onore di Sua Santità
o L’11 settembre 1987 è chiamato a reggere il Pontificio Seminario Lombardo dei Santi Ambrogio e Carlo in Roma
o Il 1° luglio 1989 viene eletto Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo
o Il 23 settembre 1989 riceve l’ordinazione episcopale nel Duomo di Milano per l’imposizione delle mani del Card. Martini
o Nel giugno 1990 è eletto Presidente della Commissione episcopale della CEI per la famiglia
o Il 14 marzo 1991 viene nominato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana con la conseguente rinuncia all’Arcidiocesi di Ancona-Osimo
o Il 20 aprile 1995 il Papa lo nomina Arcivescovo Metropolita di Genova, dove fa il suo ingresso il 18 giugno dello stesso anno
o Il 25 maggio 1995 è nominato Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
o Nel Concistoro del 21 febbraio 1998 viene creato Cardinale del titolo dei Santi Ambrogio e Carlo.
o Nominato Arcivescovo di Milano l’ 11 luglio 2002, dove fa il suo ingresso il 29 settembre

PRECISAZIONI SULLA SUA ATTIVITA'
Accanto all’attività pastorale diretta, svolta sempre con amore e dedizione, sono di particolare rilievo la sua opera di ricerca e di insegnamento e la sua attività culturale e pubblicistica, con particolare attenzione alle questioni di morale fondamentale e di morale speciale, soprattutto relative all’ambito del matrimonio, della famiglia, della sessualità e della bioetica. Non mancano scritti di sacramentaria, eccleseologia, pastorale, agiografia e spiritualità.
Tra i volumi pubblicati si possono ricordare:
I due saranno una carne sola. Saggi teologici su matrimonio e famiglia (LDC, 1986),
Nella vecchiaia daranno ancora frutti. Per una spiritualità dell'anziano (ed. Ancora, 1988),
La verginità profezia del mondo futuro. Meditazioni (Ed. Ancora, 1990),
La famiglia via della Chiesa (Ed. Massimo, 1991),
L’uomo immagine di Dio. Linee fondamentali di morale cristiana (Piemme, 1992),
Una fatica da cristiani (Piemme, 1993),
della Lettera del Papa alle famiglie (Piemme, 1994),
Scuola di preghiera (Piemme, 1995),
Lo sguardo di Cristo (Ed. San Paolo, 1996),
Omelie civili. “Cattedrale aperta” a Genova (San Paolo, 1997),
Anno di grazia tempo di gioia. Meditazioni cristiane sul Giubileo (Piemme, 1999),
Nuova bioetica cristiana (Piemme, 2000),
Globalizzazione: una sfida (Piemme, 2001),
La vita spirituale del prete (Piemme, 2002).
Ha partecipato, in qualità di esperto di nomina pontificia, al Sinodo dei Vescovi sulla famiglia (1980) e a quello sui laici (1987). Diversi anche gli incarichi presso la Santa Sede: Consultore della Congregazione per la dottrina della Fede (febbraio 1989); Consultore del Pontificio Consiglio per la famiglia (dal 1982); Consultore della Pontificia Commissione della pastorale per gli operatori sanitari (nel 1985) e membro dell'attuale Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari (dal 1991); membro del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (dal 1994).
Vanno ricordate la sua presenza e la sua azione nella Confederazione italiana dei Consultori familiari di ispirazione cristiana, di cui è stato consulente ecclesiastico dal 1979 al 1989, nell'Oari (movimento per una pastorale di comunione e di speranza per l'uomo che soffre) come responsabile dell'attività culturale prima e quale Presidente poi, nell'Associazione Medici Cattolici Italiani della sezione di Milano della quale Assistente è stato ecclesiastico per circa un ventennio.
Attualmente il Card. Dionigi Tettamanzi è membro della Congregazione per la dottrina della fede; della Congregazione per le Chiese orientali; della Congregazione per il clero; dalla Congregazione per l’educazione cattolica; Consigliere del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; della Prefettura degli affari economici della Santa Sede e del Consiglio di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede.
E’ anche membro del Consiglio ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e del Consiglio speciale per l’Europa della stessa Segreteria.
Inoltre è accademico onorario della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino.


SIGNORE INSEGNACE A PREGARE
Una buona parte del gruppo catechisti della nostra parrocchia ha partecipato, in quattro serate del mese di settembre, ad alcuni incontri formativi riguardanti il tema della preghiera cristiana e il modo di affrontaria con i ragazzi a catechismo. Il corso catechisti si è svolto in 4 serate, in ognuna delle quali si affrontava un tema diverso:il Padre Nostro, "rivelazione" della preghiera cristiana, l'Eucaristia, fonte della preghiera cristiana, la prospettiva psicologica nella preghiera dei ragazzi e l'educazione alla preghiera.

Il Padre nostro, rivelazione della preghiera cristiana - Relatore: Mons. Giovanni Giavini

In questo incontro è stata data una linea meditativa sulle Parole di questa preghiera perché il più delle volte la si ripete senza capire il profondo significato delle parole che diciamo:
Padre Nostro che sei nei cieli: Questa frase è molto bella soprattutto nel testo aramaico, dove Gesù chiama Dio ABBA (papà). Gesù dice Padre nostro, non solamente mio ma nostro, non Padre solo dei cristiani o dei cattolici ma Padre di tutti, anche di coloro che non credono.
Sia santificato il Tuo nome: Santificare Dio vuol dire riconoscere che Egli è il nostro unico Dio e si affianca al Comandamento "Non nominare il nome di Dio invano".
Venga il Tuo regno: Sappiamo che sicuramente nel Regno del Padre non ci sarà odio, male e sarà vinta pure la morte, sappiamo anche che lì regnerà solo il Padre e tutto ciò che siamo stati sulla terra o ciò che abbiamo posseduto non conterà più.
Sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra: Pensiamo al Getsemani, Gesù pur avendo il potere di salvarsi, lascia che venga arrestato e condannato per rispettare il disegno del Padre su di Lui. E come l'ha fatto Gesù anche noi siamo chiamati a sottostare al progetto divino ubbidendo ai comandamenti, accettando alcuni sacrifici, gioie e dolori, pregando Dio in questo modo: "Fai di me ciò che vuoi".
Dacci oggi il nostro pane quotidiano: L'uomo ha bisogno anche di prime necessità, delle cose terrene, per questo motivo compare la richiesta del pane quotidiano, come simbolo di tutti i beni naturali che possediamo.
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori: Noi avremo sempre debiti con il Padre e quindi avremo sempre bisogno di invocare la remissione e la pazienza misericordiosa del Padre verso noi poveri debitori, ma per aspirare a questo perdono, noi dobbiamo essere i primi ad attuarlo nei confronti del nostro prossimo.
E non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male: Probabilmente questa frase verrà cambiata perché ha un significato ambiguo, a causa di una traduzione sbagliata. Deve essere intesa come Dio che ci mette alla prova e noi gli chiediamo di non permettere che siamo tentati al di sopra delle nostre forze, dandoci anche il mezzo per poter superare le varie difficoltà e tentazioni della vita.

L' Eucaristia, "fonte" della preghiera cristiana - Relatore: Don Claudio Magnoli

Dopo una prima introduzione sull'importanza dell'Eucaristia all'interno della comunità cristiana, si è affrontato il tema del rito della Messa con i ragazzi. Da qui sono emerse alcune osservazioni molto interessanti che ci auguriamo vengano lette dai diretti interessati: cerimonieri, chierichetti, coro, lettori e da tutti i fedeli.
• Non esiste la messa domenicale per i ragazzi o per i bambini, perché la celebrazione dell'Eucaristia è il momento centrale dell'essere Chiesa, in cui tutta la comunità cristiana è riunita intorno al banchetto di Cristo: dai bambini, agli adulti, agli anziani, per sentirsi tutti parte di un' unica comunità, la Chiesa;
• La celebrazione Eucaristica non è una gara canora nella quale i vari cori devono mostrare la loro bravura al popolo: il canto è strumento di preghiera e di accompagnamento al sacrificio eucaristico, è elemento importante ma non fondamentale. E' meglio ripetere più volte gli stessi canti, conosciuti da tutti e soprattutto alla portata di tutti, che cambiare ogni volta, aggiungendo canti sconosciuti. Capita, a volte, nelle celebrazioni di Natale o di Pasqua, si eseguano parti fondamentali dell'Eucaristia (come il Gloria) cantati:
bene, ma se la melodia o il testo, pur essendo molto belli da sentire, non sono adatti a tutta l'assemblea, vanno tralasciati.
• Uguale discorso per i chierichetti, il cerimoniale i lettori: non sono loro che fanno la Messa, sono dei tramiti, e non possono sostituirsi alla centralità del sacrificio eucaristico, vero protagonista dell'Eucaristia. Sono inutili le processioni, l'incenso, e altre cose del genere, se non si è compreso che cosa è veramente l'Eucaristia: si può allestire una Messa come si vuole, preparando bei canti, tanti chierichetti, dei bravi lettori ma se manca il sacerdote che celebra il sacrificio eucaristico oppure non si comprende la vera importanza di questo, tuffo ciò che sta intorno è solo una cornice superflua.
• La celebrazione dell'Eucaristia ci dice lei che cosa dobbiamo fare e non noi, che tendiamo a far esprimere alla Messa ciò che vogliamo.
Gruppo catechisti


I RAGAZZI E LA PREGHIERA
I ragazzi possono pregare? Certamente, i ragazzi pregano, lo fanno “da ragazzi”! L'osservazione più elementare è che, a determinate condizioni i ragazzi pregano lasciando trasparire l’azione dello Spirito santo in loro, vero animatore della preghiera cristiana. Soffermiamoci, su qualche elemento riguardante ciò che favorisce in loro l'esperienza di preghiera e sulla proposta di qualche dinamica educativa. I loro primi insegnanti sono i genitori, dai quali possono imparare sia perché insegnano le loro le preghiere, sia perchè li coinvolgono in momenti di celebrazione comunitaria. I genitori rappresentano per il ragazzo l’intera comunità cristiana adulta. Tale insegnamento è certamente il più efficace, ma è anche il punto debole della attuale situazione dell’educazione non solo alla preghiera, ma alla fede. Per questo evidenziamo quìi il compito della comunità cristiana e in particolare l’importanza dei cammini formativi.

Il compito della catechesi
Nella catechesi di iniziazione cristiana spetta il compito di aprire ai ragazzi il dialogo della preghiera. Si partirà dagli elementi più semplici, come il segno della croce, il senso della presenza di Dio nella loro vita scoperto nel silenzio e nell'ascolto del Vangelo, il comportamento da avere in chiesia, le preghiere tradizionali. Nella catechesi si insegnerà a pregare attraverso la preghiera stessa, cioè grazie a momenti di preghiera vissuti insieme e alla partecipazione con il gruppo ai momenti di preghiera della comunità cristiana (come la Messa domenicale, le novene, ecc.). E’ importante che l’educatore abbia una propria esperienza di preghiera, che possa essere cioè prima di tutto una persona che fa pregare i ragazzi pregando egli stesso, ma anche che possa testimoniarenuna vita di fede adulta. E’ importante che i ragazzi sappiano che l’educatore prega (anche per loro...) e anche che ci sono momenti nei quali i catechisti si riuniscono a pregare tra loro. La preghiera non è “roba da ragazzi”, cioè espressione dell'età infantile che può essere abbandonata quando si diventa grandi (pensiamo all'ingenua espressione, “non vado più a Messa perché ho già fatto la cresima....”). Nel metodo col quale aiuta i ragazzi a pregare sarà attento a rispettare le caratteristiche dei ragazzi e, per questo, si porrà nell'atteggiamento dell'accompagnamento, senza sovraccaricare né costringere a camminare a un passo che il ragazzo confonderebbe con pesantezza e noia. Il catechista deve quindi pregare e aiutare a pregare, animarsi e animare.

L’oratorio
Luogo importante in questa età, per l’educazione comunitaria e personale alla preghiera, è l’oratorio. Già dalla cura del “luogo della preghiera”, la cappellina dell’oratorio, e vivendo insieme i momenti di preghiera domenicale, che riprendono il Vangelo della S. Messa, e anche i momenti legati al cammino di catechesi settimanale, i ragazzi possono imparare a vivere la preghiera come elemento essenziale per la propria fede. Sarà importante accompagnarli consegnando loro anche alcuni essenziali atteggiamenti che favoriscono la preghiera stessa: il silenzio, l’ascolto, la risposta consapevole, la partecipazione con i canti e i gesti.


GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

La Giornata Missionaria Mondiale è stata celebrata quest’anno il 20 ottobre con i due momenti che ormai la contraddistinguono nella nostra Diocesi: la Veglia diocesana di preghiera di sabato 19 e le iniziative parrocchiali di domenica 20, che hanno come scopo comune quello di ravvivare lo spirito missionario al quale siamo tutti chiamati come Cristiani.

Sabato 19 ottobre in Piazza Duomo a Milano, durante la Veglia Missionaria presieduta dal nostro Arcivescovo Cardinale Dionigi Tettamanzi, abbiamo pregato e meditato sul mandato alla missione che Cristo ha dato ai suoi discepoli e dà anche a ciascuno di noi battezzati nel suo nome. Ci hanno indicato la strada, i modi e i tempi della missionarietà le lettere dell’Apostolo Paolo e il racconto della vita di Padre Matteo Ricci, missionario in Cina 450 anni fa; ci hanno raccontato la loro chiamata alcuni dei 22 missionari ( sacerdoti, suore, laici ) che dal Cardinale hanno ricevuto il Mandato alla missione e che sono in partenza per il loro servizio in alcuni dei paesi più poveri del nostro mondo. Tutti noi presenti abbiamo ricevuto il mandato alla missione nelle nostre comunità, a partire dalle nostre famiglie e ci è stato ricordato chi è il missionario: colui che porta l’annuncio della Buona Novella, del Vangelo, insomma di Cristo, in tutto il mondo.

Domenica 20 ottobre nella nostra Comunità sono stati raccolti 1.295 €, con le buste che tutti noi abbiamo trovato in chiesa e 685 € con la bancarella missionaria, attraverso la vendita di vari prodotti, per un totale di 1.980 €.
La somma è stata così destinata: 1.000 € alle iniziative missionarie della Diocesi, 204 € al commercio equo e solidale e 776 € al Gruppo missionario, che li destinerà in seguito ai nostri e altri missionari. Una piccola somma è stata raccolta anche dalle suore di S. Anna, per le loro missioni in India, con la vendita dei loro prodotti.

Nei mesi scorsi a Suor Alda Sironi, tornata in Italia per un periodo di riposo, sono stati consegnati, prima del suo rientro in Ecuador, 1.500 €; 1.500 € sono andati a Suor Annamaria, missionaria in Brasile e 500 € a Suor Agnese, missionaria in Sudan.

Un grazie a tutte le persone che hanno dato il loro contributo in attenzione, tempo, lavoro e denaro e hanno reso possibile il realizzarsi di questi aiuti.
Nel prossimo numero di “Voce Amica” sarà dato il resoconto di tutte le iniziative svolte quest’anno a favore dei missionari dal Gruppo missionario e dai ragazzi e ragazze dell’Oratorio.
Il Gruppo Missionario Parrocchiale

CAMPEGGIO 2002 ------ CAMPO FRANSCIA

E purtroppo, è finita anche per quest'anno la bella esperienza estiva che da quasi mezzo secolo accompagna i giovani, le famiglie, i ragazzi e le ragazze dell'oratorio di Origgio per sei intense settimane estive: il Campeggio. E da quel lontano 1955, quando le prime tende origgesi, venivano piantate a Chiareggio, in Valmalenco (SO), il nostro campeggio ne ha fatta di strada.... da quella mini struttura ridotta allo stretto indispensabile: una tenda di base, che di giorno era refettorio e di notte dormitorio, una cucina volante attrezzata in una baita, un servizio igienico piuttosto spartano e un rubinetto con l'acqua ghiacciata per i coraggiosi che volevano lavarsi; ormai è diventato un mini albergo trasportabile da montare su terreni in affitto, non più per due settimane, come all'inizio, ma per ben un mese e mezzo. L'avventura “su campo” del campeggio è iniziata venerdì 5 luglio quando una cinquantina di volontari si è rimboccata le maniche per allestirlo: hanno caricato i camions e poi via. Destinazione: Campo Franscia, frazione del comune di Lanzada, in Valmalenco (SO), a 1550m s.l.m., sulle sponde del torrente Lanterna. Due giorni di intenso lavoro per gli “angeli” del campeggio, dei quali, a volte, l'emozione e la gioia dei campeggiatori, tende a non notare il loro fondamentale operato, soprattutto come quest’anno quando hanno dovuto allestire il campo con condizioni climatiche avverse: si è passati da un violento acquazzone, il sabato, a un caldo terribile, la domenica. Nonostante tutto lunedì 8 la prima spedizione, quella dei maschietti, capitanata da Don Pier, ha trovato il campo completamente allestito e pronto per essere “invaso” da una cinquantina di ragazzi (mai un numero così elevato negli ultimi anni), che per 12 giorni hanno affrontato gioie e fatiche del Campeggio. E dopo quel primo turno ce ne sono stati altri due: quello delle ragazze (19/07-31/07), composto da una quarantina di persone, guidate da Suor Maria Chiara, e infine quello dei giovani e delle famiglie fino al 18/08, che, dispiace ammetterlo, a differenza dei primi due, ha avuto una contrazione nel numero di famiglie partecipanti. Anche quest’anno non sono mancate le particolarità che caratterizzano la vita del nostro campeggio che è si un momento di relax e di vacanza dove stare a contatto con la natura e riempirsi i polmoni di aria pura, ma è soprattutto un momento educativo e formativo che può essere visto come una continuazione estiva dell’itinerario educativo svolto durante l’anno pastorale. A questo proposito ci sono stati alcuni momenti forti nella giornata del campeggiatore e su tutti la celebrazione dell'Eucaristia quotidiana. C’è chi dice che il campeggio è scuola di vita, ed è la verità perché, soprattutto per i più piccini, c'è la possibilità di vivere autonomamente una quindicina di giorni staccandosi dai genitori ed avendo qualche responsabilità in più. Ma credo che il fatto più importante del campeggio sia la condivisione: di momenti di gioia, come il gioco, le serate insieme, ...; ma anche di momenti più difficoltosi da superare come quando sopraggiunge la nostalgia di casa oppure durante le gite... Eh si proprio le interminabili e temutissime gite che molti vorrebbero evitare ma che tutti sono costretti a fare, e, anche quest'anno, visto il magnifico posto che ci ha ospitati, abbiamo avuto la possibilità di portarci fino ai piedi del Bernina e del Pizzo Scalino. Ed è proprio in questi momenti di fatica comune che si può riscoprire sia lo spirito della montagna che quello di gruppo: tutti uniti nella fatica della salita, aiutandosi, per quanto sia possibile, e cercando di arrivare a cime sempre più elevate portandosi dentro lo spirito del Vangelo. Ed è questa la finalità del campeggio: puntare sempre più in alto; migliorarsi continuamente, mettersi in relazione con gli altri, senza dimenticare il denominatore comune, l'essere cristiani.