SETTEMBRE 2003

Don Pierangelo - La domenica, giorno dell'Eucaristia
Il rispetto delle regole

Seguite fedelmente le orme di san Francesco
La testimonianza di una catecumena origgese
Europa, non dimenticare la tua storia!
Nuove politiche per l'infanzia e l'adolescenza

 

Un grazie a tutti i coloro che partecipano e contribuiscono sempre con grande generosità alle iniziative proposte

 

Cari fratelli e sorelle,
il Signore Gesù un giorno disse ai primissimi cristiani, ai suoi discepoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Questa promessa si avvera e si manifesta tutte le volte che noi cristiani celebriamo l’Eucaristia, mistero della Chiesa che vive, cresce e si fortifica grazie ad essa e cioè grazie a Gesù.
Nell’Eucaristia, fonte e apice di tutta l’esperienza autentica di vita cristiana, è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa.
La Chiesa che celebra settimanalmente l’Eucaristia nel giorno del suo Signore, la domenica, è la comunità cristiana, è il popolo redento, continuamente e veramente rivolto al suo Signore, presente come Risorto.
“Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro” (At 20,7). Domenica, assemblea ed Eucaristia formano le tre costanti essenziali già presenti nelle prime testimonianze cristiane e resteranno immutate e oggi, dopo un lungo periodo di affievolimento, sono riemerse con forza nell’insegnamento del Concilio Vaticano II, nell’enciclica “Ecclesia de Eucaristia” e nella coscienza attuale.
Il giorno, ben distinto dal sabato ebraico, acquistò alla fine del I sec. il nome proprio cristiano che rimanda alla risurrezione (Ap 1,10: giorno “signoriale”,del Kyrios, che è Cristo), mentre nell’ambito romano per vario tempo sarà chiamato “giorno del sole”, sostituito poi da “dies dominica” (domenica), arricchito successivamente da una teologia riassuntiva di tutti gli eventi salvifici: dalla creazione alla Pentecoste fino ai tempi del secondo ritorno di Cristo Risorto sulla terra.
La domenica evoca specialmente l’evento della Risurrezione, per il quale Gesù Cristo è diventato Kyrios (Signore) e come tale si è manifestato ai discepoli riuniti nello stesso luogo. Giorno scelto appositamente dalla prima Chiesa, la Chiesa apostolica, è insostituibile, per cui l?Eucaristia “domenicale” assume un esplicito e forte riferimento alla Risurrezione di Gesù. L’Eucaristia feriale, di tutti i giorni, dono inestimabile, potrebbe però portare con sé il rischio di offuscare la singolarità e la particolarità della celebrazione eucaristica della domenica.
Allora i cristiani, cioè noi, sono coloro che di domenica convengono in unità (convenire in unum) come comunità unita, radunati dal loro Signore Risorto per stare con Lui e crescere con Lui.
Vorrei invitare tutti voi a prendere sul serio il dono dell’Eucaristia, perché è Gesù stesso che chiama la sua Chiesa (cioè noi) all’obbedienza.

E concludo ricordando le parole della Didascalia degli Apostoli, del III secolo. “Nessuno diminuisca la Chiesa con la sua assenza, né si separi da un membro di Cristo, non partecipando all’Assemblea”.


Questo richiamo degli Apostoli
lo rivolgo ai genitori
ai figli
e a tutti i figli della santa Chiesa
all’inizio di questo nuovo anno pastorale
che l’infinita Misericordia ci concede,
E tutti insieme camminiamo
nel Signore e con il Signore


don Pierangelo


SEGUITE FEDELMENTE L’ESEMPIO DI SAN FRANCESCO!
Carissimi giovani!
Sono lieto di porgervi il mio affettuoso saluto in occasione del convegno internazionale “Giovani verso Assisi” che vi ha raccolti da tante parti del mondo attorno alla figura e al messaggio di san Francesco. (…) Durante questi giorni di riflessione e di fraternità … vi è dato di approfondire il contenuto della ben nota preghiera di san Francesco davanti al Crocifisso di san Damiano e specialmente l’attualità dell’invocazione “illumina il cuore mio”.
Dalla contemplazione del volto sofferente di Cristo crocifisso, il giovane Francesco trasse l’esperienza di quella profonda comunione con Gesù che lo spinse, verso la conclusione della sua esistenza terrena, ad immedesimarsi talmente con Lui, da portarne impressi nel proprio corpo i segni della Passione.
(…) Desidero rinnovarvi l’invito che ho rivolto alla Chiesa intera alle soglie del nuovo millennio: contemplate il volto di Cristo, il volto del morente e il volto del risorto! “Il grido di Gesù sulla croce non tradisce l’angoscia di un disperato, ma la preghiera del Figlio che offre la sua vita al Padre nell’amore per la salvezza di tutti” (Novo millennio inneunte, 26). E’ necessario accogliere questo messaggio di speranza nella propria vita e annunciarlo al mondo quale rivelazione piena dell’Amore di Dio,…
Seguendo l’esempio di Francesco imparerete anche voi a guardare con fede al volto del Crocifisso e a vedervi riflesse le sofferenze dell’uomo. La Croce di san Damiano, che vi accompagna anche quest’oggi, ravvivi in voi la luce che “illumina il cuore” e guidi il vostro pellegrinaggio sino a Colonia, dove si terrà nel 2005 la Giornata Mondiale della Gioventù, pronti sempre ad accogliere e testimoniare il Vangelo. Non è forse questo l’invito di Francesco e l’esperienza anche di Chiara d’Assisi, della quale in questi giorni ricorre il 750° anniversario della morte?
Contemplando il volto di Cristo, potrete sperimentare i frutti della sua Passione e della sua Risurrezione e diventerete capaci di accogliere quanti soffrono a causa della malattia, della violenza, dell’odio e dell’ingiustizia. Come Francesco incontrò Cristo nella solidarietà e nel servizio ai poveri e ai lebbrosi (…), così anche voi, seguendone fedelmente l’esempio, in ogni sofferente ed emarginato sarete in grado di accogliere il Redentore e servirlo con generosa dedizione. Vi conceda il Signore “senno e discernimento” per poter comprendere fino in fondo la sua volontà e tradurla in adeguate scelte di vita.
Vi accompagno con affetto e con la preghiera e invoco su di voi e sulle vostre fraternità di provenienza la materna protezione della Vergine Maria, che i francescani invocano con il bel titolo di “Santa Maria degli Angeli”. Tutti vi benedico di cuore, insieme con i vostri familiari ed amici.

Sua Santità Giovanni Paolo II - Castel Gandolfo, 9 agosto 2003


La testimonianza di una catecumena origgese


Perché ho chiesto di essere battezzata?
Mi ricordo quando ero piccola e mia madre alla domanda perché le mie sorelle erano battezzate e io no, rispondeva che era proibito praticare la religione cristiana e che le mie sorelle erano state battezzate di nascosto. Perché a Cuba, dove io sono nata e vissuta fino all’età di 30 anni, vigeva un regime che proibiva il cristianesimo, almeno fino a qualche anno fa, quando il Papa si recò in visita nella mia terra natale; ora sembra che le cose vadano meglio e la mia famiglia si può recare settimanalmente in chiesa.
Mia nonna, essendo nata in Spagna, era cattolica e mi raccomandava sempre tre cose, che andavano rispettate nella vita: non bestemmiare, avere sempre fede e recitare il Padre Nostro.
Quando andai a scuola, di fronte sorgeva una chiesa e io passando mi soffermai ad osservare la funzione religiosa che si stava svolgendo e ne rimasi entusiasta. Poi in seguito dovevo accertarmi che nessuno mi notasse, perché essendo proibito il culto, se qualcuno mi avesse vista e riferito che mi recavo in chiesa, a scuola sarei stata additata, mi avrebbero discriminato, proibito di cantare l’inno nazionale con le mie compagne di classe e avrei subito altre conseguenze, che qui non descrivo.
Io avevo un’amica che si recava in chiesa e dovette subire molte umiliazioni dalle nostre compagne di classe, ma a lei e alla sua famiglia tutto questo non importava. Infatti avevano già programmato da tempo di rifugiarsi negli Stati Uniti. Io e la mia famiglia invece eravamo costretti a rimanere e non potevamo fare altro che seguire qualche funzione di nascosto.

Una catecumena della nostra comunità


Europa, non dimenticare la tua storia!

Ho appena letto l’esortazione apostolica post sinodale “Ecclesia in Europa”, scritta da Giovanni Paolo II e proclamata il 28 giugno 2003.
Eco e sintesi del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 1999, l’esortazione è un grido di speranza rivolto al continente europeo, perché riscopra e non dimentichi le sue radici cristiane e nello stesso tempo sia aperto e accogliente nei confronti di altre popolazioni di culture e religioni diverse, diventando una comunità nella quale costruire un “modello nuovo di unità nella diversità”.
In tale situazione la Chiesa europea, consapevole della propria storia gloriosa di santi, di maestri e di educatori, e del proprio mandato nella libertà, si sente impegnata, contro ogni agnosticismo religioso e relativismo morale, ad annunciare e testimoniare con speranza il Vangelo di Gesù, Verità dell’uomo in mezzo a uomini anche di religioni diverse, nella convinzione di fare un servizio alla Verità di Dio.
Alla nuova Europa la Chiesa chiede di “ricrescere e recupare con fedeltà creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione il Cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibili nell’affermazione della dignità trascendente della persona umana, del valore della ragione, della libertà, della democrazia, dello stato di diritto e della distinzione tra politica e religione.
Tutta la Chiesa di Cristo, le Chiese nazionali, le Confessioni cristiane, tutti i cristiani sono chiamati a testimoniare il Vangelo di Cristo in sinergia e con reciproco rispetto delle istituzioni civili e le diverse religioni, a servizio dell’uomo e dei sui diritti, soprattutto di fronte ai problemi emergenti riguardanti la libertà religiosa, la vita stessa (aborto, eutanasia, denatalità, vecchiaia, malattia…), la famiglia (famiglia tradizionale di ispirazione cristiana, matrimoni civili, convivenze, unioni omosessuali, divorziati …), il lavoro, l’economia, le relazioni internazionali e la globalizzazione “nella solidarietà a vantaggio dei paesi più poveri”.
L’esortazione, nelle sue ultime battute, così si rivolge all’Europa all’inizio del terzo millennio:
Ritorna te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue origini.
Non temere. Il Vangelo non è contro di te, ma p a tuo favore.
Sii certa. Il Vangelo della speranza non delude!
La conclusione di Ecclesia in Europa, facendo riferimento all’Apocalisse di s. Giovanni, ricorda la lotta tra la donna e il drago ed esprime la certezza che il drago è già stato sconfitto e “fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli” (Ap 12,9)
La madre di Dio, affidata da Gesù a Giovanni, sarà sempre “soccorritrice del popolo cristiano nell’incessante lotta fra il bene e il male, perché non cada o, caduto, risorga”.

don Pierangelo


NUOVE POLITICHE PER L’INFANZIA E L'ADOLESCENZA

È dalla famiglia e con la collaborazione della famiglia che lo Stato può partire per la realizzazione di una politica nuova per l'infanzia. Questo il. principio ispiratore del Piano per l'infanzia e l'adolescenza 2003-2004 approvato nell'ultimo Consiglio dei ministri in cui sono tracciate le politiche dell'Esecutivo in materia.
Il Piano privilegia il superamento della logica assistenzialistica e dei «servizi precostituiti» a favore di una nuova partecipazione dei genitori; si sollecita, infatti, la costituzione di reti di mutuo aiuto fra famiglie. Il documento delinea un programma di interventi da realizzare di concerto con il Parlamento, le Regioni e i Comuni. Fra le strategie si sottolinea l'importanza dell'informazione e dei diritti di genitori e figli, il rilancio dei consultori familiari, la ridefinizione e riqualificazione dei servizi alla persona, la necessità di privilegiare i luoghi per l'aggregazione giovanile, compresa la strada e, la piazza. Il documento conferma che entro il 31 dicembre 2006 saranno chiusi gli istituti per minori. Il Governo, a questo fine, potrebbe decidere di costituire un fondo speciale a partire dal 2004, per realizzare, d'accordo con le Regioni, i programmi alternativi fra i quali, l'affidamento, l'adozione, gli incentivi a case famiglia. Dovrà, inoltre, essere «effettivo il divieto di collocare minori sotto i 6 anni negli istituti». Per il finanziamento degli interventi previsti dal Piano, il Governo precisa che «le azioni risultano finanziabili nei limiti degli stanziamenti previsti». A «tali impegni - aggiunge - è da riconoscere carattere meramente programmatico, in quanto la sede nella quale saranno ponderate le diverse esigenze di settore è il Dpef, sulla base del quale verrà definita la Finanziaria».
Questi alcuni dei punti chiave del Piano: diritto del minore ad avere una famiglia, sostegno alla maternità e alla nascita di comunità, gruppi, associazioni di famiglie e reti integrate di servizi, rafforzamento della protezione dei minori da ogni forma di abuso o di violenza; riequilibrio della spesa sociale a favore delle famiglie e dei bambini. Più in dettaglio aiuti alle mamme che decidono di non riprendere il lavoro nei primi tre anni di vita del bambino; assegni familiari per l'assistenza post partum; sostegni ai genitori che crescono i figli da soli; «voucher» per i bisogni del tempo libero di bambini ed adolescenti. oltre che per i servizi scolastici e formativi; elaborazione di «piani di zona» per l'organizzazione e la programmazione di servizi a supporto delle esigenze quotidiane dell'infanzia (nidi condominiali).
Il piano per l'infanzia e l'adolescenza 2002-2004 si connota come un piano di indirizzo, sul quale ci sarà un confronto con gli altri soggetti istituzionali e con il mondo associativo.

Paolo Brocato