Cari
fratelli e sorelle,
il Signore Gesù un giorno disse ai primissimi cristiani, ai suoi
discepoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo” (Mt 28,20). Questa promessa si avvera e si manifesta tutte
le volte che noi cristiani celebriamo l’Eucaristia, mistero della
Chiesa che vive, cresce e si fortifica grazie ad essa e cioè grazie
a Gesù.
Nell’Eucaristia, fonte e apice di tutta l’esperienza autentica
di vita cristiana, è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa.
La Chiesa che celebra settimanalmente l’Eucaristia nel giorno del
suo Signore, la domenica, è la comunità cristiana, è
il popolo redento, continuamente e veramente rivolto al suo Signore, presente
come Risorto.
“Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il
pane e Paolo conversava con loro” (At 20,7). Domenica, assemblea ed
Eucaristia formano le tre costanti essenziali già presenti nelle
prime testimonianze cristiane e resteranno immutate e oggi, dopo un lungo
periodo di affievolimento, sono riemerse con forza nell’insegnamento
del Concilio Vaticano II, nell’enciclica “Ecclesia de Eucaristia”
e nella coscienza attuale.
Il giorno, ben distinto dal sabato ebraico, acquistò alla fine del
I sec. il nome proprio cristiano che rimanda alla risurrezione (Ap 1,10:
giorno “signoriale”,del Kyrios, che è Cristo), mentre
nell’ambito romano per vario tempo sarà chiamato “giorno
del sole”, sostituito poi da “dies dominica” (domenica),
arricchito successivamente da una teologia riassuntiva di tutti gli eventi
salvifici: dalla creazione alla Pentecoste fino ai tempi del secondo ritorno
di Cristo Risorto sulla terra.
La domenica evoca specialmente l’evento della Risurrezione, per il
quale Gesù Cristo è diventato Kyrios (Signore) e come tale
si è manifestato ai discepoli riuniti nello stesso luogo. Giorno
scelto appositamente dalla prima Chiesa, la Chiesa apostolica, è
insostituibile, per cui l?Eucaristia “domenicale” assume un
esplicito e forte riferimento alla Risurrezione di Gesù. L’Eucaristia
feriale, di tutti i giorni, dono inestimabile, potrebbe però portare
con sé il rischio di offuscare la singolarità e la particolarità
della celebrazione eucaristica della domenica.
Allora i cristiani, cioè noi, sono coloro che di domenica convengono
in unità (convenire in unum) come comunità unita, radunati
dal loro Signore Risorto per stare con Lui e crescere con Lui.
Vorrei invitare tutti voi a prendere sul serio il dono dell’Eucaristia,
perché è Gesù stesso che chiama la sua Chiesa (cioè
noi) all’obbedienza.
E concludo ricordando le parole della Didascalia degli
Apostoli, del III secolo. “Nessuno diminuisca la Chiesa con la sua
assenza, né si separi da un membro di Cristo, non partecipando
all’Assemblea”.
Questo richiamo degli Apostoli
lo rivolgo ai genitori
ai figli
e a tutti i figli della santa Chiesa
all’inizio di questo nuovo anno pastorale
che l’infinita Misericordia ci concede,
E tutti insieme camminiamo
nel Signore e con il Signore
don Pierangelo

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SEGUITE FEDELMENTE L’ESEMPIO
DI SAN FRANCESCO!
Carissimi giovani!
Sono lieto di porgervi il mio affettuoso saluto in occasione del convegno
internazionale “Giovani verso Assisi” che vi ha raccolti da
tante parti del mondo attorno alla figura e al messaggio di san Francesco.
(…) Durante questi giorni di riflessione e di fraternità …
vi è dato di approfondire il contenuto della ben nota preghiera di
san Francesco davanti al Crocifisso di san Damiano e specialmente l’attualità
dell’invocazione “illumina il cuore mio”.
Dalla contemplazione del volto sofferente di Cristo crocifisso, il giovane
Francesco trasse l’esperienza di quella profonda comunione con Gesù
che lo spinse, verso la conclusione della sua esistenza terrena, ad immedesimarsi
talmente con Lui, da portarne impressi nel proprio corpo i segni della Passione.
(…) Desidero rinnovarvi l’invito che ho rivolto alla Chiesa
intera alle soglie del nuovo millennio: contemplate il volto di Cristo,
il volto del morente e il volto del risorto! “Il grido di Gesù
sulla croce non tradisce l’angoscia di un disperato, ma la preghiera
del Figlio che offre la sua vita al Padre nell’amore per la salvezza
di tutti” (Novo millennio inneunte, 26). E’ necessario accogliere
questo messaggio di speranza nella propria vita e annunciarlo al mondo quale
rivelazione piena dell’Amore di Dio,…
Seguendo l’esempio di Francesco imparerete anche voi a guardare con
fede al volto del Crocifisso e a vedervi riflesse le sofferenze dell’uomo.
La Croce di san Damiano, che vi accompagna anche quest’oggi, ravvivi
in voi la luce che “illumina il cuore” e guidi il vostro pellegrinaggio
sino a Colonia, dove si terrà nel 2005 la Giornata Mondiale della
Gioventù, pronti sempre ad accogliere e testimoniare il Vangelo.
Non è forse questo l’invito di Francesco e l’esperienza
anche di Chiara d’Assisi, della quale in questi giorni ricorre il
750° anniversario della morte?
Contemplando il volto di Cristo, potrete sperimentare i frutti della sua
Passione e della sua Risurrezione e diventerete capaci di accogliere quanti
soffrono a causa della malattia, della violenza, dell’odio e dell’ingiustizia.
Come Francesco incontrò Cristo nella solidarietà e nel servizio
ai poveri e ai lebbrosi (…), così anche voi, seguendone fedelmente
l’esempio, in ogni sofferente ed emarginato sarete in grado di accogliere
il Redentore e servirlo con generosa dedizione. Vi conceda il Signore “senno
e discernimento” per poter comprendere fino in fondo la sua volontà
e tradurla in adeguate scelte di vita.
Vi accompagno con affetto e con la preghiera e invoco su di voi e sulle
vostre fraternità di provenienza la materna protezione della Vergine
Maria, che i francescani invocano con il bel titolo di “Santa Maria
degli Angeli”. Tutti vi benedico di cuore, insieme con i vostri familiari
ed amici.
Sua Santità Giovanni Paolo II - Castel Gandolfo,
9 agosto 2003
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La
testimonianza di una catecumena origgese
Perché ho chiesto di essere battezzata?
Mi ricordo quando ero piccola e mia madre alla domanda perché
le mie sorelle erano battezzate e io no, rispondeva che era proibito
praticare la religione cristiana e che le mie sorelle erano state battezzate
di nascosto. Perché a Cuba, dove io sono nata e vissuta fino
all’età di 30 anni, vigeva un regime che proibiva il cristianesimo,
almeno fino a qualche anno fa, quando il Papa si recò in visita
nella mia terra natale; ora sembra che le cose vadano meglio e la mia
famiglia si può recare settimanalmente in chiesa.
Mia nonna, essendo nata in Spagna, era cattolica e mi raccomandava sempre
tre cose, che andavano rispettate nella vita: non bestemmiare, avere
sempre fede e recitare il Padre Nostro.
Quando andai a scuola, di fronte sorgeva una chiesa e io passando mi
soffermai ad osservare la funzione religiosa che si stava svolgendo
e ne rimasi entusiasta. Poi in seguito dovevo accertarmi che nessuno
mi notasse, perché essendo proibito il culto, se qualcuno mi
avesse vista e riferito che mi recavo in chiesa, a scuola sarei stata
additata, mi avrebbero discriminato, proibito di cantare l’inno
nazionale con le mie compagne di classe e avrei subito altre conseguenze,
che qui non descrivo.
Io avevo un’amica che si recava in chiesa e dovette subire molte
umiliazioni dalle nostre compagne di classe, ma a lei e alla sua famiglia
tutto questo non importava. Infatti avevano già programmato da
tempo di rifugiarsi negli Stati Uniti. Io e la mia famiglia invece eravamo
costretti a rimanere e non potevamo fare altro che seguire qualche funzione
di nascosto.
Una catecumena della nostra comunità

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Europa,
non dimenticare la tua storia!
Ho appena letto l’esortazione apostolica
post sinodale “Ecclesia in Europa”, scritta da Giovanni Paolo
II e proclamata il 28 giugno 2003.
Eco e sintesi del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 1999, l’esortazione
è un grido di speranza rivolto al continente europeo, perché
riscopra e non dimentichi le sue radici cristiane e nello stesso tempo
sia aperto e accogliente nei confronti di altre popolazioni di culture
e religioni diverse, diventando una comunità nella quale costruire
un “modello nuovo di unità nella diversità”.
In tale situazione la Chiesa europea, consapevole della propria storia
gloriosa di santi, di maestri e di educatori, e del proprio mandato nella
libertà, si sente impegnata, contro ogni agnosticismo religioso
e relativismo morale, ad annunciare e testimoniare con speranza il Vangelo
di Gesù, Verità dell’uomo in mezzo a uomini anche
di religioni diverse, nella convinzione di fare un servizio alla Verità
di Dio.
Alla nuova Europa la Chiesa chiede di “ricrescere e recupare con
fedeltà creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione
il Cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibili nell’affermazione
della dignità trascendente della persona umana, del valore della
ragione, della libertà, della democrazia, dello stato di diritto
e della distinzione tra politica e religione.
Tutta la Chiesa di Cristo, le Chiese nazionali, le Confessioni cristiane,
tutti i cristiani sono chiamati a testimoniare il Vangelo di Cristo in
sinergia e con reciproco rispetto delle istituzioni civili e le diverse
religioni, a servizio dell’uomo e dei sui diritti, soprattutto di
fronte ai problemi emergenti riguardanti la libertà religiosa,
la vita stessa (aborto, eutanasia, denatalità, vecchiaia, malattia…),
la famiglia (famiglia tradizionale di ispirazione cristiana, matrimoni
civili, convivenze, unioni omosessuali, divorziati …), il lavoro,
l’economia, le relazioni internazionali e la globalizzazione “nella
solidarietà a vantaggio dei paesi più poveri”.
L’esortazione, nelle sue ultime battute, così si rivolge
all’Europa all’inizio del terzo millennio:
Ritorna te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le
tue origini.
Non temere. Il Vangelo non è contro di te, ma p a tuo favore.
Sii certa. Il Vangelo della speranza non delude!
La conclusione di Ecclesia in Europa, facendo riferimento all’Apocalisse
di s. Giovanni, ricorda la lotta tra la donna e il drago ed esprime la
certezza che il drago è già stato sconfitto e “fu
precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”
(Ap 12,9)
La madre di Dio, affidata da Gesù a Giovanni, sarà sempre
“soccorritrice del popolo cristiano nell’incessante lotta
fra il bene e il male, perché non cada o, caduto, risorga”.
don Pierangelo

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NUOVE
POLITICHE PER L’INFANZIA E L'ADOLESCENZA
È dalla famiglia e con la collaborazione
della famiglia che lo Stato può partire per la realizzazione di
una politica nuova per l'infanzia. Questo il. principio ispiratore del
Piano per l'infanzia e l'adolescenza 2003-2004 approvato nell'ultimo Consiglio
dei ministri in cui sono tracciate le politiche dell'Esecutivo in materia.
Il Piano privilegia il superamento della logica assistenzialistica e dei
«servizi precostituiti» a favore di una nuova partecipazione
dei genitori; si sollecita, infatti, la costituzione di reti di mutuo
aiuto fra famiglie. Il documento delinea un programma di interventi da
realizzare di concerto con il Parlamento, le Regioni e i Comuni. Fra le
strategie si sottolinea l'importanza dell'informazione e dei diritti di
genitori e figli, il rilancio dei consultori familiari, la ridefinizione
e riqualificazione dei servizi alla persona, la necessità di privilegiare
i luoghi per l'aggregazione giovanile, compresa la strada e, la piazza.
Il documento conferma che entro il 31 dicembre 2006 saranno chiusi gli
istituti per minori. Il Governo, a questo fine, potrebbe decidere di costituire
un fondo speciale a partire dal 2004, per realizzare, d'accordo con le
Regioni, i programmi alternativi fra i quali, l'affidamento, l'adozione,
gli incentivi a case famiglia. Dovrà, inoltre, essere «effettivo
il divieto di collocare minori sotto i 6 anni negli istituti». Per
il finanziamento degli interventi previsti dal Piano, il Governo precisa
che «le azioni risultano finanziabili nei limiti degli stanziamenti
previsti». A «tali impegni - aggiunge - è da riconoscere
carattere meramente programmatico, in quanto la sede nella quale saranno
ponderate le diverse esigenze di settore è il Dpef, sulla base
del quale verrà definita la Finanziaria».
Questi alcuni dei punti chiave del Piano: diritto del minore ad avere
una famiglia, sostegno alla maternità e alla nascita di comunità,
gruppi, associazioni di famiglie e reti integrate di servizi, rafforzamento
della protezione dei minori da ogni forma di abuso o di violenza; riequilibrio
della spesa sociale a favore delle famiglie e dei bambini. Più
in dettaglio aiuti alle mamme che decidono di non riprendere il lavoro
nei primi tre anni di vita del bambino; assegni familiari per l'assistenza
post partum; sostegni ai genitori che crescono i figli da soli; «voucher»
per i bisogni del tempo libero di bambini ed adolescenti. oltre che per
i servizi scolastici e formativi; elaborazione di «piani di zona»
per l'organizzazione e la programmazione di servizi a supporto delle esigenze
quotidiane dell'infanzia (nidi condominiali).
Il piano per l'infanzia e l'adolescenza 2002-2004 si connota come un piano
di indirizzo, sul quale ci sarà un confronto con gli altri soggetti
istituzionali e con il mondo associativo.
Paolo Brocato

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